Articolo pubblicato il: 31 Marzo 2021

Autore: Luigi Cacciatori

Ecco le tipologie di cannabis più comuni

Ecco le tipologie di cannabis più comuni

Attualmente, all’interno del mondo della cannabis italia, vige un dibattito relativo all’esistenza di più tipologie di cannabis (sativa, indica e ruderalis) o di una sola da cui deriverebbero le altre. Alcuni studiosi ritengono che, avendo tutte le tipologie di cannabis diverse caratteristiche in comune, esista un’unica specie da cui deriverebbero tutte le altre. Tali tipologie condividerebbero, dunque, caratteristiche chimiche e morfologiche crescendo, però, in zone diverse che ne determinerebbero le differenze.

Altro elemento a favore di tale tesi è la possibilità di unire diverse tipologie di cannabis, ottenendo individui sani e fertili. Andando oltre tale dibattito, la cannabis è una delle poche piante di marijuana per cui è possibile fare una distinzione tra maschio e femmina. Le piante femmina contengono fiori pieni di resina, i quali contengono il famoso THC. E’ possibile, quindi, distinguere tra tre tipologie di piante di cannabis, femmine e maschi, tra cui:

Cannabis sativa

La cannabis sativa arriva a raggiungere 1.5 metri di altezza ed ha origine tra Caraibi e Thailandia. L’effetto prodotto dalla cannabis sativa è, in genere, meno fisico e più mentale venendo chiamato, per questo, cerebrale. Tale effetto può andare dallo psichedelico al creativo, sulla base dell’entità della canapa.

La variante di canapa sativa molto conosciuta anche per le sue fibre, utilizzate per produrre molteplici prodotti all’interno del mondo dell’industria tessile. Utilizzata anche per la produzione di carta, la cannabis sativa è, invece, meno in uso in ambito sanitario. Tale pianta ha la possibilità di produrre una quantità di THC che varia dal basso al medio livello, classificandosi all’interno di un range compreso tra l’1-2 e il 5% di THC prodotto.

Cannabis indica

La cannabis indica rappresenta una delle più potenti tipologie di cannabis presenti sulla terra. In base alla metodologia utilizzata per la sua coltivazione, essa può arrivare a produrre fino al 25% di THC. Essa possiede dimensioni contenute a cui si aggiunge una forma simile a quella di un albero di natale. La cannabis indica si caratterizza per robustezza e facilità di coltivazione e trova la sua origine in località come il Nepal o il nord dell’India.

Queste varietà di cannabis si mostrano estremamente tolleranti nei confronti di piccoli stress. Per quanto riguarda gli effetti relativi all’utilizzo di cannabis indica, essi corrispondono ad uno stato di totale relax, sia mentale che fisico. Rispetto al possibile impiego di tale tipologia di canapa all’interno dell’industria tessile, quest’ultimo non è consentito a causa del suo tronco estremamente legnoso.

Cannabis ruderalis

La cannabis ruderalis possiede uno scarso livello di THC e, per questo, non è molto utilizzato per la produzione di maijuana. Tale tipologia di cannabis nasce in Russia, in particolare in Siberia e corrisponde ad un esemplare dalle dimensioni estremamente piccole. Essa non supera il mezzo metro e si presenta come molto robusta e legnosa, con piccole cime o senza cime e non presenta rami laterali.

La ruderalis è una tipologia di canapa utilizzata soprattutto per effettuare incroci tra diverse tipologie di semi di canapa al fine di aumentare la robustezza o, in alternativa, per far sì che la pianta si adegui al funzionamento delle altre tipologie di cannabis fiorendo in relazione all’età piuttosto che in base alla luce ricevuta.

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