Articolo pubblicato il: 15 Ottobre 2022

Autore: Luigi Cacciatori

HHC: come può aiutare il nostro organismo

HHC: come può aiutare il nostro organismo

Quando si parla di cannabinoidi, i primi che vengono in mente sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (meglio noto come THC) e il cannabidiolo (conosciuto come CBD). Queste due sostanze si trovano in concentrazioni molto alte nelle piante di cannabis.

Bisogna però prendere in considerazione che esistono anche altri composti di questo tipo, che spesso vengono sintetizzati in laboratorio e che sono presenti solo in minima parte all’interno delle piante di cannabis: uno di questi composti è l’esaidrocannabinolo, conosciuto come HHC. Negli ultimi tempi, l’argomento dell’HHC ha destato non poco interesse all’interno delle ricerche scientifiche riguardanti il consumo della cannabis legale in Italia, che si sta diffondendo e sta crescendo in maniera esponenziale.

In questo articolo, capiremo nel dettaglio che cosa sia questo HHC, come si produce e quali sono i suoi potenziali effetti: capiremo, dunque, come l’HHC può aiutare il nostro organismo.

Che cos’è l’HCC e come si produce

Come abbiamo già anticipato nell’introduzione di questo articolo, HCC è la sigla utilizzata per riferirsi all’esaidrocannabinolo.

L’HCC è uno dei cannabinoidi presenti nella pianta della canapa: lo si trova in piccolissime concentrazioni soprattutto nei semi e nel polline di questa pianta. L’HCC che viene studiato nelle varie ricerche condotte sul consumo della cannabis light in Italia, però, non riguardano queste due fonti: riguardano, invece, l’HCC sintetizzato in laboratorio, utilizzando cannabinoidi naturali ed estratti di cannabis. A questo processo si deve la definizione dell’HCC come cannabinoide semi-sintetico.

Va detto che l’HCC è un composto molto simile al THC per diversi aspetti, specialmente per quanto riguarda la struttura chimica. Le piccole differenze molecolari che ci sono tra queste due sostanze, secondo diversi esperimenti, renderebbero l’HCC più stabile del THC: è stato dimostrato, infatti, che i prodotti a base di HCC sono meno sensibili rispetto al calore e alla luce e questo fattore è in grado di prolungarne la durabilità. Molto simili sono anche gli effetti legati a queste due sostanze, che tratteremo più nello specifico nel prossimo paragrafo.

Rispetto al THC (e anche rispetto al CBD, che ormai può essere assunto anche sotto forma di olio CBD), solo ultimamente l’HCC ha destato l’attenzione dei vari studi e delle varie ricerche: va detto, però, che quella dell’HCC non è una scoperta recente. La prima volta in cui è stato sintetizzato, ad opera del chimico americano Roger Adams, risale al 1944, anno in cui questo composto nacque dall’unione del cannabinoide naturale 9-THC con delle molecole di idrogeno.

Ma quindi come si produce l’HCC? Su questo tema, purtroppo c’è ancora molta disinformazione e pochissima informazione, forse dovute anche al fatto che i produttori di questa sostanza sono parecchio restii a rivelare e a condividere i loro metodi di lavorazione e di produzione.

Come abbiamo accennato qualche riga fa, il processo che dà vita a questo composto è il processo dell’idrogenazione. Questo processo consiste nel mescolare l’estratto di cannabis e di altri suoi componenti con l’idrogeno, all’interno di un contenitore pressurizzato. Per favorire e indurre questo processo, è necessario inserire dei catalizzatori, come ad esempio il nickel, l’iridio, il platino o il palladio.

I potenziali effetti dell’HHC

Data la sua nuovissima popolarità, non esistono ancora studi certi riguardanti gli effetti e i benefici dell’HCC sul nostro organismo.

Quello che è certo, però, è che le somiglianze strutturali dell’HCC al THC conferiscono a queste sostanze effetti molto simili tra loro. Gli effetti più sperimentati è diffusi sono: uno stato di euforia, un incremento del piacere sensoriale, svariate alterazioni sia dell’umore sia della percezione della realtà e altre manifestazioni, come per esempio fame, ebbrezza, risate e spossatezza.

Esattamente come il THC, inoltre, l’HCC è in grado di sviluppare in chi lo consuma anche la famosa e spesso ricercata sensazione di sballo. Come abbiamo già detto (ma è importante ripetere questo concetto), però, gli studi e le ricerche condotti sull’HCC, sui suoi effetti e sui suoi benefici sono ancora troppo poco approfonditi e, di conseguenza, tutte queste informazioni sono frutto di una raccolta di aneddoti.

Altrettanto poco approfonditi, quindi, risultano i risultati anche in merito a possibili ed eventuali effetti collaterali legati al consumo di questa sostanza. I consumatori hanno confermato che anche gli effetti collaterali dell’HCC sono molto simili a quelli del THC: si parla di ansia, paranoia, insonnia, occhi rossi e bocca secca.

Prima di poter parlare di reali effetti e di reali benefici, che possano contribuire al benessere o, nel caso di effetti collaterali, al malessere del nostro organismo, è necessario aspettare che gli studi e le ricerche portino un effettivo contributo alla conoscenza dell’HCC e allo sviluppo di una seria informazione circa il consumo e la diffusione di questa sostanza. Aspettiamo l’evoluzione di questi studi anche per capire quali possano essere le eventuali reazioni del nostro corpo a questo composto, ancora troppo sconosciuto e poco studiato.

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