Articolo pubblicato il: 21 Settembre 2024

Autore: Luigi Cacciatori

Coltivazione di Canapa in Italia: Tra Qualità e Legalità

Coltivazione di Canapa in Italia: Tra Qualità e Legalità

In Italia la coltivazione di cannabis è regolata secondo opportuni criteri legali ai quali tutti coloro che intendono aprire un’attività di questo tipo devono conformarsi.

Quando si parla infatti di vendita di cannabis legale bisogna fare riferimento a due leggi fondamentali, una risalente al 1990 che fa riferimento al DPR 309 e alla legge 242 del 2016, la vera e propria legiferazione che riporta le regole di coltivazione della cannabis legale in Italia.

Il DPR 309/90 è un testo più generale che comprende quanto è considerato illecito in merito all’utilizzo, alla produzione e alla diffusione di sostanze stupefacenti e psicotrope, promuovendo anche tutte le attività di ausilio e di recupero per riconoscere e per curare la popolazione tossicodipendente con strumenti e iniziative mirate.

La legge 242/16 invece regola nello specifico le attività di coltivazione della cosiddetta “cannabis light” riconosciuta nella qualità cannabis sativa considerata la più sicura dal punto di vista degli effetti psicotropi in quanto le quantità di concentrazione di TCH (o tetraidrocannabinolo, ovvero la sostanza psicoattiva delle infiorescenze) è inferiore allo 0,2%.

Le leggi in merito alla cannabis sicuramente sono ormai datate, sebbene siano state lievemente revisionate negli anni.

In ogni caso, le normative che legalizzano la coltivazione della cannabis legale, hanno permesso a varie realtà di creare business autorizzati concreti per migliorare il benessere delle persone: oggi è possibile acquistare online, ad esempio, vaporizzatori cbd e hashish legale senza commettere reato e affidandosi a contesti sottoposti a continui controlli.

Coltivare la cannabis: ecco qualche nozione di base

Coltivare la cannabis richiede spazi adeguati con un terreno fertile e particolarmente nutriente, inoltre è necessario informarsi su tutte le regolamentazioni emanate dal Ministero in merito alla scelta delle semenze.

Il ph del terreno, per chi è del settore ed è in grado di valutarlo, non deve oltrepassare il valore assoluto del 7ph; allo stesso modo, la cannabis sativa può essere coltivata anche in opportuni spazi indoor rispettando le regole della legge 242/16.

La scelta delle varietà dunque dev’essere concorde alle norme di legge, per questo è sempre meglio affidarsi a delle varietà di cannabis con bassissimo contenuto di THC o con un’elevata concentrazione di CBD, la molecola non psicotropa della cannabis e quella che garantisce più benefici dal punto di vista della salute.

La cannabis in genere va coltivata su terreni caldi e umidi: mantenere i semi e i germogli ben idratati dunque permetterà una germinazione migliore e la crescita di infiorescenze di qualità; assicura anche un’ottima esposizione solare alla tua coltivazione e cura il terreno circostante così da permettere una crescita senza ostacoli.

Usa solo fertilizzanti nutrienti e che non intacchino il ph del terreno: la cannabis, inoltre, non richiede eccessive erogazioni di acqua.

Trovare il giusto compromesso in base alla composizione del terreno sarebbe l’ideale; se il suolo in cui hai deciso di coltivare la tua cannabis trattiene di più l’acqua non facendola evaporare, potresti ridurre l’irrigazione; al contrario in ambienti più caldi sarebbe meglio rimboccare più quantità di acqua.

Leggi, coltivazione e vendita di cannabis: cosa viene dopo

Dopo aver coltivato la cannabis ed aver eseguito la raccolta (in genere dopo due mesi dalla coltivazione, se andata a buon fine), per la vendita è necessario sottoporsi a dei controlli da parte di lavoratori e di enti pubblici.

In ogni caso oggi le leggi non sono ancora così chiare e i provvedimenti in caso di reato non si rivelano spesso coerenti: quando si avvia una coltivazione, la legge non impone un obbligo di comunicazione in merito all’attività -soprattutto se di destinazione domestica- sebbene sia consigliato comunque farla, in maniera tale che tutto venga svolto in trasparenza.

Sicuramente l’attività più frequente e più riconosciuta in tal senso in merito alla compravendita di cannabis, è quella legata al business di qualità che contengono per lo più CBD la quale non ha effetti psicotropi e che viene utilizzata ormai in larga scala sia dalle industrie farmaceutiche che come sostanza ad uso medico anche per chi è affetto da patologie muscolari o per chi soffre di ansia e di stress.

Il CBD ovviamente dev’essere comunque espressamente consigliato dal parere medico e la sua assunzione dev’essere guidata.

Oggi comunque molti paesi europei e non hanno legalizzato l’utilizzo della cannabis, per quanto riguarda l’Italia invece non è in vista l’emanazione di una legge più chiara che stabilisca parametri più trasparenti per la coltivazione, per la compravendita e la distribuzione della cannabis anche nella qualità live.

Legalizzare la cannabis significherebbe approvare eventuali diritti che ancora la nostra nazione non è pronta a elargire: stabilire invece certe regole di coltivazione e di detenzione senza effettuare sanzioni poco coerenti potrebbe contribuire a permettere che anche la cannabis abbia un riscontro più trasparente nel consumo, nella concezione culturale del pubblico e nella creazione di business floridi e legali.

La società italiana oggi demonizza sempre meno l’utilizzo e il consumo della cannabis: alcuni preconcetti si stanno progressivamente sgretolando, permettendo una visione più corretta e oggettiva di questa sostanza la quale ha comunque effetti benefici e vantaggiosi e che potrebbe essere assunta con attenzione e con criterio.

 

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