Autore: Luigi Cacciatori
Ci sono una varietà di condizioni per le quali il Tetraidrocannabinolo può offrire vantaggi:
La ricerca sulla cannabis ricca di Tetraidrocannabinolo resta ancora “acerba” , è probabile che il processo di ricerca vada avanti a pari passo con la legalizzazione di questa pianta, tuttavia siamo certi che, il THC come gli altri cannabinoidi faranno sempre più parte come cura integrativa per tante patologie importanti.
La principale differenza tra THC e CBD (entrambi cannabinoidi molto popolari) sono i loro effetti percepeti. Il THC suscita una forte euforia cerebrale, mentre il CBD dona effetti più rilassanti. Questo fondamentalmente si riduce al fatto che il THC attiva i recettori CB1 nel nostro cervello mentre il CBD no. Gli effetti del CBD o cannabidiolo sono principalmente per la riduzione nel dolore, nell’infiammazione e nel sollievo da attacchi di panico e ansia, così come in altri benefici medicinali.
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Ci sono una miriade di modi per consumare THC, fumarla è la più utilizzata. La decarbossilazione (che si verifica con il riscaldamento) è la chiave per godersi questo cannabinoide, inoltre ad essere fumato può essere utilizzato come ingrediente da aggiungere al cibo. Nella sua forma grezza, la cannabis non è inebriante con il suo cannabinoide primario THCA. Tuttavia, creando calore, sia accendendolo per fumarlo o cuocendolo in olio, il THCA viene convertito in THC, e qui che si possono godere i suoi effetti.
Ci sono poche prove concrete per supportare le teorie sugli effetti a lungo termine del tetraidrocannabinolo. La ricerca risulta inconcludente da tempo, alcune delle teorie prevalenti potrebbero essere confermate o escluse del tutto.
Detto questo, la ricerca sugli effetti a lungo termine del THC attualmente includono i seguenti effetti:
Modifiche cerebrali anatomiche: in un recente studio, i ricercatori hanno scoperto un legame tra il consumo frequente di THC e le alterazioni anatomiche in una regione del cervello chiamata “corpo calloso”, questa parte del cervello collega i due emisferi cerebrali. Grazie allo studio su alcuni partecipanti che hanno dichiarato il loro uso di cannabis, i ricercatori hanno scoperto che i consumatori giornalieri di THC ad alta percentuale, mostravano differenze nella microstruttura del corpo calloso rispetto ai consumatori occasionali o a coloro che non avevano mai fatto utilizzo. Tuttavia, le differenze anatomiche tra i consumatori abituali di cannabis ad alto THC e gli altri gruppi, non potevano essere collegati alla psicosi, che era un’altra variabile chiave considerata dai ricercatori in questo studio. Inoltre, è importante notare che, a causa della natura auto dichiarata di questo studio, non esiste una verifica indipendente dell’accuratezza di questi risultati.
Bronchite: risultato riscontrato per chi fuma in generale, questi sintomi possono essere solo vanificati scegliendo metodi di consumo alternativi, come la vaporizzazione.
Memoria: uno studio scientifico ha diagnosticato una diminuzione della funzione cognitiva verbale nei confronti di chi fa uso di cannabis per un lungo periodo. Per ogni cinque anni di utilizzo, sui partecipanti che assumevano tetraidrocannabinolo è stato riscontrato che, su 15 parole, una veniva definitivamente dimenticata. Tuttavia, questo studio aveva una dimensione campionaria molto piccola di consumatori di cannabis a lungo termine, quindi è difficile sapere quanto siano davvero decisive le loro scoperte. Inoltre, ancora una volta, l’uso di cannabis è stato auto-segnalato, quindi non c’è una verifica indipendente dell’accuratezza della frequenza con cui i soggetti hanno consumato cannabis ricche di Thc.
Psicosi: parliamo di patologie dedite a coloro che sono già predisposti a determinate condizioni, secondo uno studio queste condizioni psichiche come la schizofrenia o disturbi del genere, possono insorgere tre anni prima se questi ultimi ne hanno fatto abuso continuo.
Tolleranza: il corpo sviluppa naturalmente una tolleranza per il THC per un uso prolungato a lungo termine. Il lato negativo di questo è che saranno necessari maggiori livelli di consumo per ottenere gli effetti desiderati. Una soluzione semplice sarebbe, fare una piccola pausa!
Cancro: non esiste alcuna evidenza coerente a supporto di un aumento del rischio di cancro (polmone o altro) con il consumo di THC. Tuttavia, il fumo dovrebbe essere evitato poiché la combustione in genere, comporta rischi per la salute.
Overdose: non esiste alcuna prova di sovradosaggio di cannabis documentato, e nessun rischio di morte. Infatti, sarebbe praticamente impossibile assumere una dose fatale di Tetraidrocannabinolo al naturale.
Al di là di tutti questi studi, il rischio a lungo termine per l’uso di THC Tetraidrocannabinolo resta ancora poco conosciuto.
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