Articolo pubblicato il: 29 Ottobre 2022

Autore: Luigi Cacciatori

Cannabis legale come risorsa sostenibile

Cannabis legale come risorsa sostenibile

La legge n. 242 del 2016, che portava il titolo di “”Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”” ha aperto le porte ad una nuova tipologia di coltivazione e di mercato: quello della cannabis legale.

Da quell’anno, la coltivazione della marijuana legale ha subito una crescita esponenziale tanto che, nel 2021, gli ettari dedicati alla coltivazione di questa pianta erano 4000. Questa legge, infatti, consente di coltivare la cannabis light senza alcun tipo di autorizzazione, definendo però nel dettaglio le modalità di lavorazione e le percentuali di THC presenti nella pianta, che sono assolutamente da rispettare.

L’opinione pubblica inveisce spesso contro la coltivazione della cannabis legale, che viene spesso vista come una sostanza in grado solo di far provare la fantomatica sensazione di “”sballo”” nei consumatori. In realtà, moltissimi studi e altrettante ricerche hanno dimostrato nel corso degli anni che la cannabis legale è in grado di apportare numerosi benefici al nostro organismo e al benessere di quest’ultimo.

Ma non solo: secondo gli spessi studi, questa particolare filiera e questa particolare coltivazione rappresentano una risorsa sostenibile, che può rivelarsi utile in svariati settori commerciali ed economici. Per esempio, la cannabis legale può essere utilizzata per la bonifica ambientale e può rappresentare una nuova risorsa energetica.

Cannabis legale per la bonifica ambientale

L’utilità della cannabis legale per la bonifica ambientale è chiaramente espressa nell’articolo 2 della legge n. 242 del 2016, che recita testualmente che dalla cannabis light in Italia si può estrarre “”materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati“”.

Nel corso degli anni, infatti, gli studi condotti su questa pianta hanno ampiamente dimostrato i benefici che può apportare all’essere umano, ma hanno anche dimostrato che questa stessa pianta è in possesso di proprietà benefiche anche l’ambiente circostante. Questa proprietà è dovuta al fatto che la cannabis legale funziona come una specie di filtro ed è quindi in grado di assorbire le varie sostanze nocive presenti nell’ambiente, come il mercurio o altri metalli. Inoltre, è stato dimostrata anche la sua capacità di trattenere il carbonio e di rilasciare contemporaneamente ossigeno all’ambiente circostante.

La cannabis legale si è dimostrata anche una pianta resistente, che non necessita di particolari quantitativi di acqua e che non necessita l’intervento di fertilizzanti o di altri agenti chimici per crescere rigogliosamente. Questo cosa significa? La coltivazione della cannabis legale, oltre a tutte le proprietà che già abbiamo elencato, non contribuisce in nessun modo all’inquinamento del suolo e, di conseguenza, dell’ambiente circostante.

Cannabis legale come nuova risorsa energetica

La cannabis legale, inoltre, può rappresentare anche una nuova risorsa energetica: questo non significa che, consumando e assumendo l’olio di CBD ci si sente come dopo aver bevuto una bevanda energizzante. Almeno, non si intende solo questo.

I derivati della cannabis legale possono essere utilizzati anche per un impiego energetico. Sempre all’articolo 2 della legge n. 242 del 2016, si legge chiaramente che la cannabis legale contiene in sé “”olii o carburanti per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico””. In merito a questo discorso, gli studi più recenti, condotti su questa pianta, sulle sue caratteristiche e sui suoi potenziali effetti benefici, hanno dimostrato come sia possibile ottenere dalla cannabis light un combustibile biodiesel.

Non basta questo a convincervi di come la cannabis legale possa essere effettivamente la nuova risorsa energetica?

Allora concludiamo dicendo che la cannabis legale può risultare utile anche in ambito edilizio. All’articolo 2 della legge n. 242 si fa riferimento anche a questo, affermando che la cannabis legale è in grado di produrre “”materiale organico destinato a lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia””. In questo senso, la cannabis legale e più in particolare la sua fibra, presenta delle proprietà per cui può essere utilizzata come isolante per le tubature, ma anche come isolante termo-acustico per le pareti.

Gli studi condotti per questi utilizzi della cannabis legale hanno dimostrato un numero infinito di vantaggi, tra cui una importante riduzione dei vari costi, senza compromettere la qualità e il livello del risultato, e una riduzione dell’impatto ambientale in settori come quello dell’energia e dell’edilizia, che da sempre sono particolarmente inquinanti.

Come abbiamo detto all’apertura di questo articolo, la legge n. 242 del 2016 ha spalancato le porte a questa nuova tipologia di coltivazione e a questa annessa tipologia di mercato. Probabilmente, ora, manca solamente l’apertura della mente dei più bigotti, ancora radicata in credenze ormai superate e del tutto anacronistiche, secondo cui la cannabis, anche quella legale, non è altro che una sostanza psicotropa.

Il mondo circostante e la stessa Italia, anche per merito di questi studi, stanno facendo delle scoperte sensazionali, che potrebbero cambiare le intere sorti del pianeta. Il nostro invito è quello di riflettere su tutte le argomentazioni che vi abbiamo fornito nei paragrafi di questo articolo, che speriamo possa portare un po’ di luce anche agli scetticismi più bui.

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