Autore: Luigi Cacciatori
Attenzione: se soffri di anoressia consulta un medico, questo articolo ha solo lo scopo di illustrare i benefici della marijuana legale.
L’anoressia è un argomento molto serio, si tratta infatti di un disordine alimentare che può portare a gravissimi problemi nella persona, potenzialmente mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza più di quanto spesso non si direbbe. Nello specifico, l’anoressia è caratterizzata da un’eccessiva perdita di massa corporea, unita spesso ad una condizione psicologica che tende a negare il problema a causa di un’alterazione della propria percezione del corpo.
Tra questo tipo di patologie, come dice l’Associazione Nazionale dei Disturbi Alimentari, l’anoressia è quella che mostra il tasso di mortalità più alto in assoluto. Non tutti sanno che molto spesso, nell’ambito delle cure e delle terapie mediche per contrastare l’anoressia, si utilizza proprio la cannabis terapeutica. Sono moltissimi gli studi accertati sul fatto che il CBD possa effettivamente aiutare a combattere i disturbi alimentari. Prima di iniziare a parlare dell’uso della cannabis light nelle terapie contro l’anoressia è però necessario approfondire quel che si sa su questa disturbo in modo da comprendere bene come il CBD possa aiutare. Ecco quindi tutto quel che c’è da sapere sull’argomento.
Per prima cosa, prima di parlare di come la cannabis al CBD possa essere utile contro l’anoressia, è necessario fare una distinzione tra due tipi di questo disturbo: l’anoressia primaria e quella secondaria. Nel primo caso si tratta di una patologia che non deriva dall’influenza o dalla nascita precedente di altri problemi. Solitamente si cerca la causa di questo disturbo dell’alimentazione in traumi psicologici, magari subiti nel periodo adolescenziale o peggio ancora durante gli anni infantili. Ci sono inoltre numerosi studi che affermano una certa correlazione tra l’anoressia ed il proprio codice genetico, suggerendo che ci siano effettivamente anche dei fattori biologici che possono scatenare questo tipo di patologie. Si parla invece di anoressia secondaria quando essa nasce successivamente all’arrivo di un’altra malattia.
Soprattutto quando queste malattie sono molto dolorose o debilitanti, quando si parla ad esempio di tumori o HIV, è possibile che la psiche ed il corpo reagiscano in questo modo limitando la voglia di mangiare o causando certi livelli di depressione, a cui è spesso associata anche l’anoressia. In tantissimi casi si è parlato della cannabis al CBD nella lotta alla depressione, per cui è abbastanza logico che si pensi a degli utilizzi dei fiori di questa pianta anche nella lotta ai disturbi alimentari. Vediamo quindi come utilizzare la cannabis al CBD contro l’anoressia, ricordiamo sempre che le terapie vanno in ogni caso richieste al proprio medico e sconsigliamo fortemente l’uso senza prima rivolgersi ad un dottore esperto.
In realtà è molto più semplice di quanto si possa pensare. Chiunque si sia mai interessato a questo tipo di argomenti conosce la famosa “fame chimica”. Si tratta di una reazione spontanea dell’organismo umano che accade quando vengono assunti nel proprio corpo principi attivi come il CBD ed il THC, entrambi contenuti nella cannabis light. In seguito all’assimilazione di cannabis, il corpo reagisce con una fame spesso anche molto forte ed apparentemente immotivata. Su questo assunto si basano gli studi dell’uso di cannabis contro l’anoressia: se l’uso di questa sostanza porta ad avere fame, è allora possibile utilizzarla proprio per stimolare l’appetito in qualcuno che, per motivi di qualsiasi tipo, non ne ha.
Essendo la mancanza di appetito il problema principale di chi è affetto da anoressia, è abbastanza evidente come l’uso di questa pianta di marijuana possa effettivamente significare una svolta per molti nella propria lotta per la sopravvivenza. Purtroppo, a causa del proibizionismo coatto nei confronti di queste sostanze, non si è molto spesso a conoscenza del fatto che nel nostro Paese è totalmente legale acquistare la cannabis light. I medici, inoltre, sono persino autorizzati a utilizzare la cannabis al THC nelle proprie terapie, principio attivo che è assolutamente illegale in qualsiasi altro caso che non sia uno di quelli descritti nel prossimo paragrafo. Ecco quindi tutti i campi in cui si utilizza la cannabis terapeutica.
Attualmente, in tutto il mondo, la cannabis è utilizzata come cura per i disordini alimentari in maniera legale ormai in moltissimi stati. L’Italia, contrariamente alle aspettative, questa volta si dimostra al passo coi tempi. Nel nostro Paese, secondo il Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015, i medici possono prescrivere l’uso di marijuana sia per combattere l’anoressia, sia per altri disturbi patologici come il dolore cronico, la sclerosi multipla, le lesioni del midollo spinale e molto altro.
Si utilizza ad esempio la cannabis anche per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia, radioterapia e le terapie per l’HIV, come ad esempio la nausea ed il vomito. Altre applicazioni sono, come abbiamo detto, lo stimolo dell’appetito contro l’anoressia nervosa, la cachessia, la perdita dell’appetito nei pazienti oncologici o affetti da AIDS, ed ancora l’effetto ipotensivo del glaucoma oppure nella diminuzione dei movimenti involontari del proprio corpo causati dalla sindrome di Tourettes, di Gilles o tic nervosi in generale.
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