Autore: Luigi Cacciatori
Ciao e benvenuto nel nostro sito, questa guida ti aiuterà a muovere i primi passi e a semplificare il processo per coltivare marijuana in casa. Ti sveleremo piccoli trucchetti che garantiranno un buon raccolto, il materiale necessario, la scelta del terriccio, come ricreare l’ambiente ideale, illuminazione, i nutrimenti adatti per sua fase di crescita.
Il primo passo da svolgere è scegliere il luogo adatto per la tua coltivazione. Come prima esperienza, ti consigliamo di non coltivare oltre le due piantine, questo ti garantirà più controllo su di esse e ti faciliterà l’esperienza, oltre al fatto che, non sprecherai troppo denaro se le cose non dovessero andare per il verso giusto. Lo spazio più adatto potrebbe essere; un armadietto che non usi, una piccola stanza buia, oppure una Growbox (se hai soldi da investire).
Lo spazio ideale per coltivare cannabis
Nella progettazione della coltivazione, non dovrai tenere conto solo dello spazio che le piante occuperanno durante la loro crescita, ma anche quello della lampada, del ventilatore, dell’estrattore dell’aria, oltre allo spazio necessario per poter lavorare e controllare. Le piante di cannabis possono raddoppiare, anche triplicare, nelle prime fasi della fioritura, quindi assicurati di avere uno spazio adeguato!
Per la coltivazione di due piante ti consigliamo uno spazio di almeno 180 cm di altezza, 100 cm larghezza e 80 cm di profondità
La pulizia dell’ambiente
La cosa da non sottovalutare assolutamente per la buona riuscita è senza dubbio la pulizia dell’ambiente di crescita. Assicurati che il tuo spazio sia facilmente igienizzabile; la pulizia è importante quando si coltiva marijuana in casa, assicurati che la superficie non sia troppo porosa e facile da pulire. Moquette, legno grezzo, pavimenti non piastrellati, sono tutte superfici sconsigliate.
L’ambiente deve essere completamente buio
Se coltivi dentro casa, servendoti di una lampada adatta per la coltivazione di cannabis, è importante che questa sia completamente buia durante le ore di riposo. Durante queste ore, un infiltrazione di luce potrebbe confondere le piante e mandarle sotto stress, con la possibilità di far crescere fiori maschili che, se non presi in tempo potrebbero rovinare l’intero raccolto.
Altri problemi da evitare durante la scelta dello spazio di coltivazione
La qualità della luce sarà il fattore numero per un buon raccolto, quindi è una buona idea scegliere la migliore configurazione di illuminazione (soldi permettendo). Ecco un breve riassunto dei tipi di lampade adatte per la coltivazione di marijuana in indoor.
Le lampade HID (scarica ad alta intensità) sono le più utilizzate grazie alla loro combinazione tra potenza e efficienza. Costano un pò di più delle lampade a incandescenza o fluorescenti, ma producono molta più luce.
Le principali lampade HID utilizzate nelle coltivazioni sono due:
Oltre alle lampadine, le lampade HID richiedono un alimentatore adatto ai watt erogati e un riflettore a cappuccio.
Se non puoi permetterti entrambe le lampadine MH e HPS, comincia con una HPS, in quanto forniscono più luce per watt. Gli alimentatori magnetici sono più economici di quelli digitali, ma scaldano di più, sono meno efficienti e più difficili da installare. Gli alimentatori digitali sono generalmente l’opzione migliore, ma sono più costosi. Fai attenzione agli alimentatori digitali economici, poiché spesso non sono ben schermati e possono creare interferenze elettromagnetiche che influenzeranno i segnali radio e WiFi.
A meno che tu non stia coltivando in un grande spazio e con molto ricircolo d’aria, avrai bisogno aspiratori volti al raffreddamento delle lampade, poiché le lampadine HID producono molto calore. Ciò richiede una canalizzazione e ventole di scarico che, aumenteranno i costi iniziali ma renderanno molto più semplice il controllo della temperatura nel vostro spazio di coltivazione.
La lampada HPS da 600 watt è la più utilizzata per le coltivazioni indoor
Le lampade fluorescenti, in particolare quelle che utilizzano lampadine T5 ad alto rendimento (HO), sono molto popolari tra i coltivatori tra i piccoli coltivatori per i seguenti motivi:
Lo svantaggio principale è che le luci fluorescenti sono meno efficienti, generano il 30% di luce in meno, richiedono molto più spazio per raggiungere la stessa potenza di una HPS da 600 watt.
La tecnologia di diodi a emissione di luce (LED) vengono utilizzate da un pò di tempo, ma è solo da pochi anni che è stata adattata per la coltivazione di marijuana indoor. Lo svantaggio principale della lampada a LED è il loro costo: le migliori lampade a LED possono costare fino a 5 volte di più di una classica HID comparabile. I vantaggi sono che i LED durano molto più a lungo, utilizzano molta meno elettricità, creano meno calore e i migliori design generano uno spettro di luce più completo, che può portare a maggiori rese e una migliore qualità.
Sfortunatamente, esistono in commercio molte configurazioni a LED scadenti, quindi fai qualche ricerca e leggi le recensioni dei prodotti prima di spendere i tuoi soldi.
Le lampade a induzione, altrimenti note come lampade fluorescenti senza elettrodi, sono un’altra vecchia tecnologia che è stata recentemente adattata per soddisfare le esigenze dei coltivatori indoor. Inventata da Nikola Tesla alla fine del 1800, la lampada a induzione è essenzialmente una versione più efficiente e più duratura della lampadina fluorescente. Lo svantaggio principale di queste lampade è sicuramente è il loro prezzo e la scarsa disponibilità in commercio.
Le piante di cannabis hanno bisogno di aria fresca per poter prosperare, e di anidride carbonica (CO2) per il processo di fotosintesi. Avrai bisogno quindi di una ventola di scarico posizionata nella parte superiore, questa avrà il compito di rimuovere l’aria calda e rarefatta che inevitabilmente si andrà a formare, e di una presa d’aria in basso (quasi a filo del pavimento).
Dovrai assicurarti che le temperatura rimanga entro un livello confortevole per le tue piante, tra i 20° gradi e i 30° gradi durante le ore di luce, e tra i 15° gradi e i 20° gradi a luci spente.
Alcune varietà di cannabis Indica amano di più le temperature basse, mentre la cannabis Sativa è più tollerante nei confronti delle temperature più elevate
Le dimensioni della ventola di aspirazione, dipenderanno molto dalle dimensioni del tuo spazio di coltivazione e dalla quantità di calore generato dal tuo sistema di illuminazione. I sistemi HID emettono moltissimo di calore, soprattutto se non sono montate su di esse cappe raffreddate ad aria. Alcune persone che vivono in regioni più calde spesso accendono le luci di notte, nel tentativo di mantenere le temperatura più bassa possibile.
Si consiglia di montare per prima cosa le lampade, accenderle e testare il calore da loro prodotto, poi successivamente adattare la ventola di aspirazione più adatta al ricircolo dell’aria. Fai attenzione al periodo di fioritura, l’odore delle piante in fiore potrebbero causare problemi con il vicinato, aggiungi un filtro al carbone al tuo aspiratore.
In alternativa, puoi creare un ambiente installando un condizionatore d’aria, un deumidificatore e un sistema di CO2 supplementare, ma se sei un principiante eviterei questa spesa molto costosa.
Infine, potrebbe essere una buona idea installare un ventilatore nell’area di coltivazione, in quanto l’energia prodotta dall’aria rafforza li steli delle tue piante, riduce la presenza di insetti volanti, riduce la possibilità che si formino muffe.
Dopo aver scelto le lampade e l’impianto per il ricircolo dell’aria, dovrai automatizzare il tutto. In commercio esistono unità molto sofisticate (e costose) che controllano luci, temperatura, umidità e i livelli di CO2. Per iniziare ti consiglio di munirti di un semplice timer digitale 24h da installare nell’impianto di illuminazione, e di un termostato da collegare alla ventola di ispirazione.
I tempi del ciclo luce / buio sono molto importanti quando si coltiva la marijuana in casa; generalmente durante la fase vegetativa le luci dovranno essere accese per 18/20 ore al giorno. Mentre nella fase di fioritura, le luci dovranno restare accese 12 ore al giorno, tutti i giorni alla stessa ora in entrambi i casi.
Per mantenere una temperatura ideale nell’ambiente, è sufficiente impostare il termostato alla temperatura desiderata e collegarla alla ventola di aspirazione. Una volta che la temperatura sale al livello impostato, la ventola si accenderà e rimarrà in funzione fino a quando la temperatura sarà scesa alla temperatura impostata precedentemente. Ciò ti consentirà di risparmiare energia e mantenere una temperatura costante.
Una buona idea sarebbe anche quella di munirsi di un pHmentro, o un kit di test per misurare il pH dell’acqua utilizzata per innaffiare. La cannabis ha bisogno di un pH compreso tra il 6 e 7. Un pH fuori da questi parametri potrebbe bloccare l’assorbimento dei nutrienti, riducendo di molto lo sviluppo e l’eventuale raccolto.
Per coltivare marijuana di buona qualità, occorre fornire loro dei nutrienti e fertilizzanti (possibilmente organici). La tua pianta ha bisogno dei seguenti nutrienti primari (macronutrienti):
Se non stai usando un terriccio organico pre-fertilizzato, dovrai nutrire le tue piante almeno una volta alla settimana usando una soluzione nutritiva adeguata. Questi nutrienti sono venduti in forma concentrata liquida, oppure in polvere, dovranno essere miscelati nelle dosi consigliate riportate nel flacone, ed ognuna di esse sarà volta ai diversi cicli di crescita della pianta. La cannabis cambierà il suo fabbisogno nutrizionale in base al ciclo di vita, richiederà più Azoto nella fase di crescita (vegetativa), e più Fosforo e Potassio durante il ciclo di fioritura.
Scopri quali sono i cicli di crescita della cannabis!
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In commercio esistono diversi marchi di nutrienti, alcuni funzionano meglio di altri, ti consigliamo di fare una ricerca in merito. L’unico consiglio che ti possiamo dare e quello di scegliere dei nutrienti di natura organica.
Dopo aver acquistato i prodotti nutritivi necessari è sufficiente mescolarli con acqua come indicato dall’etichetta e innaffiare le piante con questa soluzione. Comincia ad alimentare le tue piante utilizzando solo la metà della dose consigliata, in quanto è sempre peggio alimentare troppo le piante con il rischio di bruciarle, piuttosto che sotto alimentarle.
L’acqua in sè potrebbe non sembrare un problema, ma è un pensiero sbagliato. Infatti, a seconda della posizione in cui si abita, l’acqua potrebbe contenere un alta quantità di minerali che potrebbero accumularsi nelle radici, influenzando così l’assorbimento dei nutrienti, oppure contenere patogeni dannosi che potrebbero portare malattie alle piante. Ti consigliamo quindi di armarti di un piccolo depuratore, oppure una di quelle caraffe che si utilizzano per filtrare l’acqua da bere.
Molti errori da parte dei principianti è proprio durante l’innaffiamento, la cosa più importante da ricordare durante questa fase è di non inondare le piante, un eccesso di acqua potrebbe favorire la formazione di funghi nelle radici e farle marcire. La frequenza con cui innaffierai le tue piante dipenderà dal mezzo utilizzato, dalle dimensioni delle piante e dalla temperatura dell’ambiente. Alcuni coltivatori fai da te attendono l’abbassamento delle foglie prima di dare da bere alle proprie piante.
Man mano che acquisterai esperienza e conoscenza, modificherai le tecniche di coltivazione e ridurrai le paranoie che ogni coltivatore all’inizio prova sulla sua pelle. Non avere fretta che crescano, hanno bisogno del loro tempo per farlo, coltivare marijuana è un lavoro d’amore, quindi cerca di trascorrere molto tempo con loro senza trascurarle e divertiti!
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