Autore: Luigi Cacciatori
Il 24 Gennaio scorso, dopo un lungo lavoro di ricerca scientifica sugli usi terapeutici e sugli eventuali danni e pericoli derivanti dall’uso della cannabis, L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha inviato all’ONU e alla CND (commission on Narcotics Drug) la sua raccomandazione che la cannabis venga rimossa dalla IV° tabella della Convenzione sulle droghe del 1961, riservata alle sostanze considerate più pericolose come eroina e cocaina e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto, e che il principio attivo THC venga tolto dalla convenzione del 1971, e riclassificato alla tabella I della Convenzione del 1961.
Stando ai risultati della ricerca, secondo l’OMS non sembra che la cannabis possa avere effetti negativi paragonabili alle altre sostanze, sottolineando le invece le potenzialità terapeutiche per curare e alleviare sintomi di varie patologie, in particolar modo il dolore cronico e altre malattie come l’epilessia e la sclerosi multipla. Il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo) sono due cannabinoidi che si trovano nella cannabis, ed entrambi hanno effetti sui recettori del corpo del cervello umano. Gli effetti della cannabis con elevato THC, oltre agli effetti psicoattivi, possono donare rilassatezza, alterazione dei sensi, appetito, fatica, ridurre l’aggressività, può ridurre gli effetti negativi della chemioterapia e della sclerosi multipla. Il CBD invece non ha effetti psicoattivi, anche se ha la stessa formula del THC. Anche quest’ultimo è utilizzabile per fini terapeutici, aiuta a contrastare il dolore cronico e la depressione. L’OMS dichiara che non si conoscono gli effetti negativi del CBD, che può essere usato a scopo medico; ad esempio, ne è già stato riconosciuto l’uso negli Stati Uniti come trattamento dell’epilessia infantile.
Un numero sempre più crescente di legislazioni a livello statuale negli USA e in paesi come Uruguay, Canada, Messico e Jamaica stiano legalizzando la cannabis per usi non medico-scentifici, mentre cresce sistematicamente il numero di Stati che ne permettono l’uso terapeutico come l’Italia. La proposta di riclassificazione della cannabis era una notizia attesa da tutti coloro che da anni si battono per una regolamentazione della produzione, consumo, e commercio della cannabis e i suoi derivati.
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