Autore: Luigi Cacciatori
In realtà, nonostante i pregiudizi che esistono sulla cannabis online, gli studi che riguardano le proprietà medicinali di questa pianta vanno avanti da diverso tempo e sono già state dimostrate moltissime proprietà benefiche per l’organismo. Esistono già diversi prodotti a base di CBD che possono essere usati in diverse situazioni per contrastare i sintomi di diversi disturbi, e, dietro prescrizione medica, si può accedere a diverse terapie di supporto che coinvolgono l’utilizzo di cannabis ad uno medico.
Ma i cannabinoidi sono ancora al centro dell’attenzione della comunità scientifica, sia perché si stanno cercando le conferme scientifiche alle osservazioni compiute durante gli studi secondo le quali, nelle giuste dosi, alcuni cannabinoidi potrebbero essere d’aiuto nella prevenzione e nel contrasto di alcune forme tumorali, sia perché alcuni studiosi hanno osservato una peculiare interazione tra la cannabis ed il Covid 19; secondo questi scienziati, infatti, esiste la possibilità che l’utilizzo della marijuana possa contribuire a prevenire l’infezione.
Ma quali sono le osservazioni che hanno portato a formulare questa ipotesi? Quante prove supportano queste osservazioni e quali sono le prospettive per il futuro per la cannabis ad uso medico?
La cannabis ad uso medico si è rivelata particolarmente efficace nel controllo e contrasto dei sintomi di moltissime patologie oltre che nell’alleviamento e la mitigazione degli effetti secondari indesiderati di diverse terapie.
Il motivo per cui la cannabis terapeutica viene utilizzata per il trattamento di così tante tipologie è anche il motivo per il quale questa pianta è ancora oggetti di attenti studi in campo medico: i cannabinoidi che contiene interagiscono con il sistema endocannabinoide del nostro organismo.
Il nostro corpo possiede un sistema, chiamato appunto endocannabinoide, che si occupa dell’interazione tra le cellule e rende possibile il corretto funzionamento di diversi sistemi del nostro organismo. Per realizzare questo scopo, produce delle sostanze, chiamate anch’esse endocannabinoidi, che sono di natura molto simile ai cannabinoidi contenuti all’interno della pianta di cannabis.
Questo permette ai cannabinoidi di interagire facilmente con questo sistema e, in alcuni casi, di farlo senza presentare nemmeno effetti collaterali indesiderati. Interagendo con il sistema endocannabinoide, la cannabis per uso medico è in grado di agire contemporaneamente su diverse parti dell’organismo.
Ma qual è la correlazione che intercorre tra la cannabis ad uso medico ed il Covid 19?
Dato che l’infezione di Covid presenta come sintomi diverse infiammazioni, l’idea di provare ad utilizzare le componenti della cannabis per uso medico come principio attivo per creare un mezzo per contrastare o almeno alleviare i sintomi di questa infezione è probabilmente sorta in diversi gruppi tra i medici ed i ricercatori che si occupavano di trovare una soluzione che permettesse a tutti di tornare alla normalità il più rapidamente possibile.
Per verificare queste correlazioni, sono stati compiuti diversi studi; uno dei più promettenti è stato pubblicato da alcuni ricercatori dell’università di stato dell’Oregon e aveva come principale focus la capacità di alcuni cannabinoidi di bloccare il virus e di alcune delle sue varianti.
Durante i loro studi, infatti, i ricercatori avrebbero osservato che l’acido cannabigerolico (anche abbreviamo come Cbga) e l’acido cannabidiolico (abbreviato anche con l’acronimo Cbda) possono legarsi alla ormai famosa proteina spike del nuovo coronavirus ed impedirne l’entrata all’interno delle cellule.
Impedendo al virus di accedere alla cellula se ne impedisce la duplicazione e, quindi, la proliferazione all’interno dell’organismo che è la causa dell’infezione. Questo studio, quindi, ha dimostrato delle potenzialità davvero interessanti, soprattutto perché i due acidi coinvolti, contrariamente al THC, non sono sostanze controllate o proibite in molti paesi, ma si tratta di sostanze ritenute innocue e che, quindi, possono essere liberamente estratti dalla cannabis e distribuite sotto altra forma. Lo studio non ha ancora raggiunto una fase molto avanzata, ma ne è stata riconosciuta la potenzialità.
Secondo le dichiarazioni di van Breemen uno dei ricercatori che ha collaborato con i membri del team di sviluppo e ricerca dell’università di stato dell’Oregon, i cannabinoidi sono perfetti per la produzione di farmaci che possono essere utilizzati per la prevenzione, il contrasto dei sintomi ed anche la cura del Covid 19.
Il ricercatore si è spinto a dimostrarsi fiducioso anche riguardo alla possibilità di effetti secondari indesiderati troppo forti per poter permettere l’utilizzo di questi futuri medicinali, dato che i cannabinoidi, solitamente, non hanno effetti collaterali poco tollerabili sull’organismo umano.
Ma quelli sul Cbga e sul Cbda non sono gli unici studi attualmente in corso che riguardano le possibili interazioni tra la cannabis ed il Covid 19. Molti altri gruppi stanno ricercando ed ottenendo risultati incoraggianti sull’utilizzo di diversi cannabinoidi per contrastare i sintomi e l’avanzare della malattia.
È auspicabile che questi studi trovino riscontri positivi non solo per trovare una soluzione che possa salvare un gran numero di vite durante questa pandemia, ma anche per imparare a conoscere al meglio le potenzialità in ambito medico ancora sconosciute della cannabis.
Come detto, la cannabis viene già utilizzata in ambito medico per le sue particolari proprietà. Abbiamo già chiamato in causa le proprietà antinfiammatorie della cannabis, ma non si tratta degli unici effetti benefici che questa pianta ha sul nostro organismo. THC e CBD hanno effetti rilassanti e leggermente sedativi, che aiutano a controllare l’ansia e l’agitazione.
Prodotti a base di questi due cannabinoidi sono anche utilizzati nel trattamento del glaucoma resistente ad altri tipi di terapia. Vengono anche utilizzati per le proprietà antidepressive e per le proprietà antiemetiche. Infine la cannabis terapeutica trova largo uso come antidolorifico per il trattamento di condizioni croniche.
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