Articolo pubblicato il: 5 Agosto 2022

Autore: Luigi Cacciatori

Come distinguere cannabis legale di qualità da un prodotto scadente

Come distinguere cannabis legale di qualità da un prodotto scadente

Si fa presto a dire cannabis legale, o cannabis light che dir si voglia. La qualità, la purezza e persino gli effetti variano da prodotto a prodotto.Vale la pena approfondire la questione, e fornire un vademecum per riconoscere i prodotti di qualità. D’altronde, il mercato è ancora in crescita, vista la recente liberalizzazione del 2017, e si potrebbe avvertire un po’ di disorientamento al momento della scelta.

Cannabis legale, un chiarimento

Prima di tutto, occorre chiarire cosa si intenda per cannabis legale. L’espressione indica infatti i prodotti a base di cannabis ma che contengono una quantità di THC inferiore allo 0,2%. Per inciso, il THC è il principio attivo che genera gli effetti stupefacenti. Dunque, la cannabis legale non genera effetti di questo tipo. 

Piuttosto, è ricca di CBD, ovvero il cannabidiolo, che genera effetti, certo, ma non di tipo di psicotropo. 

La cannabis legale, nello specifico, è realizzata a partire dalle infiorescenze femminile di un particolare tipo di canapa, detta Sativa. 

Quali effetti genera la cannabis legale? In definitiva, possono essere paragonati a quelli di molte sostanze da infuso. Si manifestano però con un’abbondanza superiore e in una forma più concentrata. Di base, la cannabis legale, o per meglio dire il CBD in essa contenuta, esercita un impatto rilassante, antinfiammatorio, antiossidante, distensivo, ipotensivo. In buona sostanza, rilassa, riduce il dolore da infiammazione, contribuisce a risolvere gli stati d’ansia, riduce la pressione sanguigna, soprattutto a livello oculare. 

Inoltre, è anche “buona”. Siamo nel campo dei gusti personali, ma vanta una certa gradevolezza oggettiva.

Alla luce di ciò, non stupisce che gli usi della cannabis legale siano numerosi. Eccone alcuni:

  • Uso alimentare. La cannabis legale può essere trattata esattamente come un alimento aromatico, come una spezia. Da essa si possono ricavare liquore, bevande, infusi e decotti. È possibile persino inserirla all’interno degli impasti. Ovviamente, vanno effettuate valutazioni di tipo gastronomico, visto che comunque il suo sapore emerge prepotentemente. 
  • Uso terapeutico. La cannabis legale non è un farmaco, ovviamente. Tuttavia, può coadiuvare alcune terapie del dolore in virtù della capacità di intervenire sul dolore. Potrebbe giovare a chi soffre di patologie che causano infiammazioni croniche, come l’artrosi. 
  • Rilassamento. Semplicemente, la cannabis light può essere consumata, inalata o fumata per godersi un momento di relax che, sia chiaro, non ha nulla a che vedere con gli usi della cannabis non legale, quella che contiene il THC.

Come riconoscere una buona cannabis legale

Come già accennato, il mercato è ancora in via di sviluppo. La cannabis legale in Italia è tale solo dal 2017, dunque non stupisce che non vi sia una piena consapevolezza circa i criteri che dimostrano la qualità del prodotto. Criteri che comunque sono oggettivi e quindi facilmente utilizzabili. Ecco una panoramica. 

  • Aspetto. Le infiorescenze vengono vendute previa essiccazione, processo durante il quale vengono rimosse le parti umide. Ciononostante, le cime devono presentarsi con dimensioni considerevoli e avere una consistenza grassa. L’aspetto deve suggerire anche una certa compattezza, mentre il colore dev’essere sufficientemente brillante. 
  • Profumo. L’odore è il criterio più dirimente per valutare la qualità del prodotto. In questo caso, l’odore dev’essere forte e pungente. È bene anche che il prodotto trasmetta note diverse, ma comunque indicative dei metodi di coltivazione. In genere, quando si avvertono accenni ad agrumi e frutta dolce, si va relativamente sul sicuro.
  • Confezione. Ebbene sì, anche la confezione è importante. Non ci riferiamo al mero packaging, che pure dà un’idea della cura che il produttore profonde nella presentazione del prodotto, bensì alla componente informativa. La confezione deve recare informazioni specifiche sulle caratteristiche del prodotto e la sua origine. Già la loro presenza, segnala che il produttore non ha nulla da nascondere e anzi mette a disposizione un prodotto di qualità, pienamente tracciato.
  • Sapore. Anche il sapore suggerisce il livello di qualità del prodotto. In particolare, dovrebbe esprimere un aroma morbido e pungente assieme, che ricorda la cannabis propriamente detta, ma allo stesso tempo se ne discosta proprio in virtù della componente aromatica. In generale, deve risultare gradevole.
  • Effetti. Infine, gli effetti che, è bene ricordarlo, non sono psicotropi e men che meno stupefacenti. Hanno a che vedere, piuttosto, con il senso di rilassamento. 
  • Storia del produttore. La reputazione che il produttore è in grado di vantare dice molto sulla qualità dei suoi prodotti. Un produttore merita fiducia quando non lesina informazioni, e anzi condivide il percorso che porta dalla coltivazione al confezionamento. Un produttore merita fiducia quando è consapevole del carattere etico della sua opera, e quindi adotta un approccio tutelativo nei confronti della clientela (es. vende solo ai maggiorenni). 

Questi criteri riguardano le infiorescenze, ovviamente. L’espressione cannabis legale in Italia almeno, può comprendere prodotti derivati come materiali per vaporizzatori, tisane, essenze etc. Per tutti questi, fa fede non solo la reputazione del produttore ma anche e soprattutto le informazioni che si trovano in confezione.

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