Autore: Luigi Cacciatori
Nonostante i vari pregiudizi, ancora ben radicati, riguardanti l’assunzione del CBD e le sue proprietà, il rapporto tra il fitness e questa sostanza è stato oggetto di diversi studi e di diversi esperimenti negli ultimi anni. Questi studi e questi esperimenti hanno dimostrato che l’assunzione di CBD da parte degli sportivi porterebbe numerosi benefici per l’organismo: il CBD, infatti, ha diverse proprietà positive, come per esempio le sue proprietà anti-infiammatorie, le sue proprietà neuro-protettive e le sue proprietà muscolo-rilassanti. Tutte queste caratteristiche – capirete – non possono che far bene al corpo umano, specie se questo corpo è spesso sottoposto alla fatica e allo stress dell’attività sportiva.
Oltre a tutte queste proprietà benefiche, il CBD, inoltre, ha effetti anche sul metabolismo, importantissimo soprattutto per quanto riguarda gli sportivi: sembrerebbe, infatti, che il CBD ne supporti il miglioramento e, inoltre, sembrerebbe anche che il CBD possa agire anche su diversi problemi di salute, come il diabete o il colesterolo alto.
Nei paragrafi successivi, capiremo che cosa dice la legge per quanto riguarda l’assunzione del CBD da parte degli atleti e vedremo insieme le ragioni per cui uno sportivo dovrebbe assumere il CBD.
Iniziamo questo paragrafo addentrandoci direttamente in questo argomento e dicendo che, fino a qualche anno fa, più precisamente fino al 2018, il CBD faceva parte della lista delle sostanze dopanti e la sua assunzione era, quindi, vietata e proibita da tutte le federazioni sportive. Come avrete capito, invece, dal 2018 il CBD è stato eliminato dalla lista delle sostanze dopanti, ma è interessante capire come si è arrivati a prendere questa decisione.
Negli anni ’80, l’opinione pubblica era molto contraria all’assunzione della cannabis light in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo, tanto che gli atleti decidevano di assumere farmaci oppiacei contro i vari dolori e le varie infiammazioni e li assumevano fino a diventarne, purtroppo, dipendenti. Questo portò vari atleti e vari sportivi a condurre svariate proteste: in questo senso, è molto importante l’intervento di Jake Plummer, un giocatore della National Football League, il quale lanciò una campagna di sensibilizzazione e di legalizzazione legata al consumo del CBD.
Queste proteste iniziarono a scuotere gli animi, tanto che nel 2002, il Comitato Olimpico Internazionale Francese si trovò di fronte ad un evento di grandissima portata: un quarto dei test effettuati sugli sportivi era risultato positivo per la presenza di CBD nel sangue. I sondaggi che seguirono questo evento dimostrarono il legame positivo tra CBD e sport, tanto che, con il passare degli anni, nel 2013 l’Agenzia Mondiale Anti Doping decise di alzare il livello di tolleranza del CBD nel sangue. Ancora tre anni dopo, quindi nel 2016, i Giochi Olimpici di Rio, sono stati i primi Giochi Olimpici con una regolamentazione sul tema del CBD.
Dopodiché, si è arrivati al 2018, anno in cui, nella giornata dell’1 febbraio, l’Agenza Mondiale Anti Doping ha deciso di rimuovere il CBD dalla lista delle sostanze proibite per gli atleti.
Abbiamo visto che il CBD, assunto nella modalità che si preferisce (quindi anche attraverso l’olio CBD), non è più tra le sostanze dopanti, forse anche per merito dei numerosi benefici che potrebbe portare nell’organismo di una persona che svolge regolarmente attività sportiva.
In questo paragrafo, vedremo nel dettaglio perché uno sportivo dovrebbe decidere di assumere il CBD e, quindi, vedremo gli eventuali benefici che questa assunzione potrebbe avere.
Per l’assunzione del CBD, inoltre, non c’è un metodo predefinito di assunzione: certo, forse a maggior ragione nel caso di uno sportivo, sarebbe sconsigliato assumerlo fumando le infiorescenze della pianta; probabilmente, sarebbe meglio assumere questa sostanza attraverso l’olio di CBD o attraverso una tisana ai fiori di canapa, due metodi certamente meno pericolosi del fumo.
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