Autore: Luigi Cacciatori
In questo articolo andremo ad approfondire quanto concluso da queste ricerche, ma andremo anche a delineare quali sono state le reazioni delle diverse multinazionali dell’industria degli alcolici a queste notizie.
Risale a poche settimane fa la pubblicazione di uno studio sul Journal of Adolescent Health riguardante la diminuzione nell’uso di alcolici, sigarette e farmaci antidolorifici dopo la legalizzazione della cannabis a scopo medico nello stato di Washington, in cui si delinea come il consumo di altre sostanze e di farmaci assunti in modo improprio sia diminuito in chi fa uso occasionale e frequente di cannabis, specialmente per quanto riguarda la fascia d’età compresa tra i 21 e i 25 anni.
Dai risultati di questo studio si può smentire con una certa sicurezza la credenza che la cannabis sia una “sostanza di passaggio”, che porta i consumatori a fare uso anche di altre sostanze, che possono avere degli effetti più gravi sull’organismo rispetto alla marijuana legale. Parlando del consumo di alcolici, infatti, è bene ricordare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono più di 3 milioni all’anno le persone che muoiono per cause legate direttamente o indirettamente all’alcol, che tuttavia continua a rimanere una sostanza legale pur non avendo alcun effetto terapeutico scientificamente dimostrato. Per contro, non è stato ancora rilevato alcun decesso dipendente in modo diretto o indiretto dalla cannabis, che resta comunque una sostanza illegale in molti Paesi, oppure regolata da normative piuttosto stringenti.
Allo stesso modo, una ricerca condotta dall’Università del Connecticut e dalla Andrew Young School of Policy Studies di Atlanta nel corso di 10 anni ha dimostrato che la vendita di alcolici è diminuita in modo drastico negli Stati dove è legalizzato il consumo di cannabis terapeutica, portando a concludere che l’utilizzo di questa sostanza possa essere un valido rimedio per contrastare il fenomeno dell’alcolismo. Questo era già stato ipotizzato da una ricerca californiana del 2014, dove venivano analizzati i sette parametri richiesti dalla medicina affinché una sostanza possa essere utilizzata efficacemente per combattere le dipendenze, e la cannabis ne soddisfaceva ben 6 su 7.
Infine, ulteriori conferme provengono dal Canada, dove un gruppo di ricercatori della Victoria University e della British Columbia University hanno condotto uno studio su 419 persone che hanno riferito di aver fatto uso di alcolici per almeno 10 volte nell’anno precedente. Dopo aver cominciato a fare uso di cannabis medica, il 44% del campione ha riferito di aver diminuito la frequenza mensile con cui fa uso di alcol, mentre il 34% ha riferito di aver drasticamente diminuito la quantità di bevande alcoliche consumate settimanalmente.
Dunque, abbiamo a nostra disposizione diversi studi che sembrano puntare tutti verso un’unica strada, ovvero quella che l’uso di cannabis medica possa aiutare a contrastare il fenomeno della dipendenza da alcol, che oltre ad avere effetti molto gravi sull’organismo, porta spesso anche a problemi legati alla criminalità, alla sicurezza e alla salute pubblica.
Ma come reagiscono le multinazionali che si occupano di produrre alcolici a queste notizie? Certamente non ci si può aspettare una reazione di entusiasmo, poiché la diminuzione generale del consumo di alcolici porterebbe ad una conseguente diminuzione dei guadagni di queste industrie, che fin dall’inizio hanno previsto il rischio della legalizzazione della cannabis terapeutica, opponendosi fortemente ad essa.
Ricordiamo infatti che i primi studi che mettono in relazione il consumo di cannabis medica alla diminuzione dell’uso di alcolici risalgono già al 2013, e già allora molte multinazionali hanno cercato di contrastare la legalizzazione della cannabis in diversi Stati americani, innanzitutto finanziando l’attivismo contrario. Va poi sottolineato che ci sono stati anche diversi studi improntati sul mercato della vendita delle bevande alcoliche da cui si può concludere che la perdita di quote di mercato per gli alcolici sia destinata ad aumentare parallelamente all’aumento degli Stati che legalizzeranno la marijuana, e allo stesso modo all’aumento dell’accettazione del consumo di questa sostanza da parte della società.
Tuttavia, anche se i produttori di alcolici possono non essere d’accordo, sono davvero molti gli studi che dimostrano come la cannabis medica abbia degli effetti benefici sull’organismo, e possa anche aiutare a riparare diversi danni dovuti al consumo frequente di alcolici, primi fra tutti i danni cerebrali e al fegato.
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