Autore: Luigi Cacciatori
Ma questi racconti, per quanto veritieri, appartengono un po’ al passato. La maggior parte dei coltivatori oggi sceglie di comprare cannabis online della varietà autofiorente, che presenta diversi vantaggi rispetto alle normali varietà. Ma, prima di elencare le caratteristiche che rendono differenziano le piante di cannabis autofiorenti più facili da coltivare rispetto a quelle fotoperiodiche, occorre capire esattamente cosa si intende per cannabis autofiorente e quale sia la sua storia.
Come il nome lascia intendere, la cannabis autofiorente è una pianta che arriva al periodo di fioritura automaticamente dopo un certo lasso di tempo; contrariamente alle piante di marijuana fotoperiodiche che iniziano il periodo di fioritura soltanto quando il loro ciclo di luce inizia a variare sensibilmente. In natura, infatti, la cannabis inizia a fiorire sulla fine dell’estate, ovvero quando le giornate iniziano ad accorciarsi; mentre i coltivatori simulano questo cambiamento stagionale impostando il timer delle luci.
La cannabis autofiorente fiorisce non appena la pianta raggiunge la maturità, solitamente dopo pochi mesi di vita: questo vuol dire che questa tipologia di cannabis produce il raccolto più velocemente rispetto a quella fotoperiodica. La messa in commercio online dei semi autofiorenti ha cambiato radicalmente il modo di coltivare le piante di marijuana, non solo per questa importante differenza con le piante fotoperiodiche, ma per tutta una serie di caratteristiche che hanno reso la vita dei coltivatori estremamente più semplice.
Come già detto, dalla messa in commercio delle piante autofiorenti, diversi coltivatori hanno deciso di passare alla coltivazione di questa varietà. Ma quali sono stati i motivi che hanno portato al successo le autofiorenti? Perché scegliere la cannabis autofiorente rispetto a quella fotoperiodica?
Uno degli aspetti più importanti è che, come già detto, le piante autofiorenti fioriscono in minor tempo rispetto alle fotoperiodiche. Questo permette di ottenere raccolti più frequenti; inoltre la resa della cannabis autofiorente è paragonabile a quella delle piante fotoperiodiche ed anche il contenuto di THC della pianta risulta di livello simile: considerando questi aspetti, non risulta difficile comprendere i motivi che hanno spinto molti coltivatori ad abbracciare questa novità e ad abbandonare le varianti fotoperiodiche.
Ma i vantaggi delle piante di cannabis autofiorente non si fermano qui: nonostante le rese siano simili, infatti, le autofiorenti sono solitamente di dimensione più contenute, rendendone estremamente più semplice la coltivazione all’aperto ma, soprattutto, quella all’interno: piante di dimensioni minori ma con rese simili, infatti, sono sia più gestibili per i coltivatori alle prime armi, sia più redditizie per quei coltivatori che puntano ad un gran numero di piante.
A tutti questi vantaggi occorre aggiungere anche la considerazione che spesso le autofiorenti risultano più robuste e resistenti alle malattie, quindi si corrono meno rischi di perdere il frutto del proprio lavoro e, in generale, richiedono anche meno fertilizzanti e meno attenzioni per crescere.
Naturalmente, se la cannabis autofiorente presentasse solo vantaggi, le varietà fotoperiodiche semplicemente sarebbero scomparse dal mercato; invece, nonostante il successo dei semi di cannabis autofiorente stiano attualmente conoscendo un enorme successo, queste varietà continuano ad essere molto vendute. Il principale motivo è che, pur avendo delle rese paragonabili e dei livelli di THC adeguati, le varietà autofiorenti tendono a produrre sempre meno delle fotoperiodiche e ad avere livelli di THC leggermente più bassi.
Mentre queste differenze tendono a non essere abbastanza significative da comportare una reale differenza per la maggior parte degli acquirenti dei semi, per altri si tratta di differenze per cui vale la pena rischiare con una pianta fotoperiodica.
Un altro degli svantaggi delle piante di cannabis autofiorente che vale la pena far notare risiede nel loro ciclo vitale accelerato. Dato che crescono e fioriscono in un tempo minore rispetto alle varianti fotoperiodiche, sono anche estremamente più soggette a non recuperare dagli errori fatti durante la crescita. Questo aspetto rischia di abbassare ulteriormente la resa della pianta, per questo alcuni coltivatori esperti continuano a preferire le piante fotoperiodiche.
Nel corso di questi ultimi anni si sta investendo sempre di più nella creazione di piante di cannabis autofiorente che si avvicinino il più possibile alla resa ed ai livelli di THC delle piante originali senza tuttavia perdere i grandissimi vantaggi dati dalle loro caratteristiche. Naturalmente le diverse banche dei semi sono costantemente alla ricerca di una soluzione che riesca a garantire il massimo risultato possibile con il minimo rischio.
Per provare a prevedere il futuro della cannabis autofiorente, si può osservare il suo passato e la sua storia: dai progressi fatti fino ad adesso si potrebbe riuscire ad intuire fino a dove ci si può spingere nella creazione di piante autofiorenti che non presentino svantaggi rispetto alle originali.
Purtroppo, molta della storia della cannabis autofiorente proviene da fonti non totalmente affidabili e, come spesso accade in questo mondo, la realtà dei fatti si confonde con racconti, mitri e leggende. Quel che certo è che nel 1924 venne scoperta una varietà di cannabis naturalmente autofiorente: la cannabis ruderalis. Questa pianta presenta diverse delle caratteristiche che hanno reso celebri le autofiorenti: è resistente alle condizioni di crescita avverse, si mantiene di piccole dimensioni ed ha la fioritura accelerata. Ma le caratteristiche della ruderalis non vennero sfruttate fino agli anni settanta, il periodo in cui si iniziarono le sperimentazioni per la creazione di un ibrido.
L’ibrido, purtroppo, non arrivò prima degli anni 2000, e si trattò comunque di un successo a metà: la pianta autofiorente mancava di potenza ed era considerata di qualità scadente. Ma la messa in commercio di questo ibrido, chiamato Lowryder, segnò comunque l’inizio delle sperimentazioni più interessanti: anche se la Lowryder non era molto amata, infatti, aveva dimostrato che era possibile creare un ibrido con le caratteristiche della cannabis autofiorente. Da quel omento sono stati fatti passi da gigante e, senza alcun dubbio, la sperimentazione produrrà piante autofiorenti sempre migliori.
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