Articolo pubblicato il: 13 Novembre 2025

Autore: Luigi Cacciatori

Cannabis Light: il Consiglio di Stato rimette tutto alla Corte di Giustizia UE – Cosa cambia davvero

Cannabis Light: il Consiglio di Stato rimette tutto alla Corte di Giustizia UE – Cosa cambia davvero

L’ordinanza del Consiglio di Stato del 12 novembre 2025 potrebbe trasformarsi nel punto di svolta per il settore della cannabis light in Italia. Con la decisione di sospendere il giudizio e chiedere un chiarimento alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), si apre infatti un nuovo scenario che potrebbe rivoluzionare le regole su coltivazione, utilizzo e commercializzazione della canapa sativa a basso contenuto di THC.

Perché il Consiglio di Stato ha fermato tutto

La Sesta Sezione del Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il procedimento per un motivo preciso:
ci sono dubbi concreti sulla compatibilità della normativa italiana con il diritto europeo.

Il problema principale

La legge italiana vieta ancora l’uso di foglie, infiorescenze, resina e olio di canapa, anche quando il livello di THC è entro i limiti UE. Una scelta che si basa su norme ormai datate, come il DPR 309/1990, e su interpretazioni restrittive della Legge 242/2016.

Cosa dice invece l’Unione Europea

L’UE consente:

  • la coltivazione delle varietà di canapa iscritte nel catalogo comune europeo,
  • la circolazione di questi prodotti all’interno del mercato unico,
  • livelli di THC entro i limiti comunitari stabiliti.

Il dubbio del Consiglio di Stato è quindi semplice:
le regole italiane bloccano qualcosa che l’Europa invece permette?

Il conflitto tra Italia ed Europa: cosa c’è in gioco

La questione tocca principi fondamentali dell’Unione Europea, come:

  • la libera circolazione delle merci (artt. 34–38 TFUE),
  • il mercato agricolo comune,
  • la concorrenza tra imprese.

Chi ha fatto ricorso

A portare la questione davanti ai giudici sono state:

  • Federcanapa,
  • Canapa Sativa Italia,
  • gruppi di produttori e aziende agricole.

Il ricorso è stato presentato contro i Ministeri dell’Agricoltura, della Salute e dell’Ambiente, accusati di bloccare ingiustamente un settore agricolo che in molti Paesi europei è già pienamente riconosciuto.

Cosa farà ora la Corte di Giustizia dell’Unione Europea

La CGUE dovrà chiarire se la normativa italiana sulla cannabis light sia in contrasto con quella europea.

Le domande principali a cui dovrà rispondere

  • L’Italia può vietare foglie e infiorescenze di canapa se il THC è entro i limiti UE?
  • Queste norme violano la libera circolazione della merce?
  • La canapa industriale deve essere trattata come uno stupefacente?

La risposta della Corte potrebbe essere dirompente.

Possibili scenari dopo la decisione della Corte

Scenario 1: vince il diritto europeo

Se la CGUE stabilisce che la normativa italiana è troppo restrittiva, ci saranno cambiamenti importanti:

  • legalizzazione piena di foglie e infiorescenze sotto i limiti THC
  • nuove regole per la commercializzazione
  • maggiore libertà per la filiera agricola
  • fine delle zone grigie che oggi mettono in difficoltà imprese e negozi

Per il settore sarebbe un vero e proprio boom.

Scenario 2: l’Italia può continuare con il suo divieto

In questo caso:

  • restano i divieti su infiorescenze e derivati
  • il settore continuerà con incertezze e limiti
  • non arriverà nessuna apertura legislativa

Un esito che molti esperti considerano però meno probabile.

Perché questa decisione è così importante per la cannabis light

L’Italia è uno dei pochi Paesi europei che mantiene una linea così restrittiva sulla canapa industriale.
La decisione della Corte di Giustizia potrebbe:

  • cambiare definitivamente il quadro normativo,
  • influire su centinaia di procedimenti amministrativi e penali,
  • dare finalmente regole chiare a un settore con migliaia di aziende coinvolte.

È, senza esagerare, un punto di svolta storico.


Conclusioni

Il rinvio del Consiglio di Stato alla Corte di Giustizia UE non è una semplice formalità:
è un segnale fortissimo.
Per la prima volta, si riconosce ufficialmente che la normativa italiana sulla cannabis light potrebbe essere in contrasto con il diritto europeo.

Ora non resta che attendere la sentenza di Lussemburgo.
Le conseguenze potrebbero cambiare tutto: per i coltivatori, per i produttori, per i negozi e per chiunque lavori nel settore.

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