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Curare le crisi post parto con il cannabidiolo

La depressione post parto è un malessere che può infliggere le neo mamme, scopriamo come alleviare questa patologia con l’estratto di canapa denominato cannabidiolo o Cbd.

Ogni donna dopo il parto proverà un vortice di emozioni che sono spesso più accentuate per chi diventa mamma per la prima volta. A causa del dolore del parto naturale o anche attraverso un taglio cesareo, l’ansia e la preoccupazione per il benessere del nuovo arrivato, la depressione post parto potrebbe affiorare all’improvviso. La maternità certamente, può portare ad una serie di effetti collaterali oltre all’euforia di cullare il proprio bambino.

Per alcune donne, i sintomi post parto potrebbero attenuarsi rapidamente o addirittura non presentarsi affatto. Per altre invece, i sintomi non sembrano mai scomparire, arrivando addirittura ad ostacolare la loro salute e il loro stile di vita.

Ansia post partum

L’ansia e la depressione è una sensazione di sopraffazione che spesso può affliggere le neo mamme, quando diventa grave, molto si va alla ricerca di un intervento medico per alleviare i sintomi. Recentemente tuttavia, è emerso che il cannabidiolo sia una valida alternativa per trattare questi sintomi, senza l’ausilio di farmaci potenzialmente dannosi, anche per il bambino, soprattutto se quest’ultimo viene allattato al seno.

Gli studi hanno già dimostrato la capacità del cannabidiolo di alleviare lo stress e l’ansia, le neo mamme che si sono improvvisamente ritrovate con un nuovo membro della famiglia di cui prendersi cura, possono trovare effetti rilassanti nel CBD, aiutandole nel loro stato mentale momentaneamente fragile.

Il dolore e il disagio che spesso persistono nei giorni e nelle settimane successive al parto, possono anche essere un altro motivo per cui le nuove mamme devono assumere medicine. Il CBD può svolgere un altro ruolo nella salute e nel benessere delle madri, questa volta sotto forma di antidolorifico naturale. L’olio CBD è di facile applicazione e può aiutare ad alleviare qualsiasi dolore o disagio causato da parto.

Olio CBD contro la depressione

Olio di cannabidiolo CBD

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Si posso ingerire estratti CBD durante l’allattamento?

Per coloro che non allattano, la questione della sicurezza potrebbe non destare preoccupazioni. Man mano che il CBD diventa sempre più accessibile e ricercato, potrebbero sorgere alcune preoccupazioni sulla sua sicurezza su l’uso da parte delle donne che allattano.

La verità è che i prodotti a base di CBD non sono regolati come lo sono gli alimenti e i prodotti farmaceutici. Sebbene la Food and Drug Administration degli Stati Uniti possa avere piani futuri per regolamentare l’industria alimentare del CBD, non esistono ancora norme stabilite. Pertanto, la sicurezza del CBD non è ancora concreta. Nonostante tutte le ricerche che sono già state fatte sull’efficacia e la sicurezza del CBD per alleviare il dolore e l’ansia, sono ancora necessari ulteriori studi.

Detto questo, esistono molte prove sull’efficacia del CBD nel trattamento dei disturbi comuni che spesso le nuove madri sperimentano.

Le neo mamme che hanno scelto di non allattare al seno o hanno terminato l’allattamento, possono sentirsi più libere di sperimentare il CBD, senza preoccuparsi di alcun potenziale impatto sui loro neonati.

Le nuove mamme che vogliono provare un’alternativa ai farmaci tradizionali per trattare sintomi come dolore e ansia dopo il parto, è consigliato agire con la giusta cautela e solo dopo aver fatto due chiacchiere con un proprio medico.

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Eiaculazioni precoci: rimediare con l’olio CBD

Il CBD può essere il rimedio naturale per migliorare la tua vita sessuale?

I nostri stili di vita frenetici, elenchi lunghissimi di cose da fare, stress e scadenze sul lavoro, sono la causa principale della mancanza di tempo da passare con il nostro partner. I problemi che ci trasciniamo pesantemente sulle “spalle”, si riversano anche nelle nostre camere da letto. Oggigiorno, molti uomini e donne si ritrovano ad avere un libido basso, una diminuzione del desiderio sessuale, eiaculazioni precoci, senza considerare la scarsa qualità al momento dell’amplesso. Fortunatamente, assumere olio di CBD prima di un rapporto potrebbe riaccendere la tua vita sessuale, donando una sensazione di relax (ricetta fondamentale per un rapporto più profondo).

Ecco come il CBD potrebbe aiutarti a migliorare i rapporti sessuali

L’olio di CBD può aiutare te e il tuo partner ad immergervi nell’umore giusto.
Il sesso può essere un ottimo antistress, poiché promuove gli ormoni del benessere, come le endorfine, capaci di cancellare la tensione e la frustrazione repressa, inoltre possono farti sentire più connesso al partner. Lo stress può anche essere un ostacolo per fare sesso, negli uomini come nelle donne, un livello di stress elevato di solito può trasformarsi in una diminuzione del piacere e del desiderio.

L’olio di CBD è noto per le sue proprietà antistress, aiuta a liberarsi dalle tensioni quotidiane e ad essere più complice con il tuo partner.

L’olio di CBD può aiutare te e il tuo partner a rilassarsi

Molti sessuologi rapportano che, molte persone si sentono impacciate durante il rapporto, negandosi così il piacere dell’esperienza. Alcune di esse possono sentirsi insicuri riguardo ai loro corpi, al loro aspetto senza abiti, al loro odore e a molti altri fattori. L’uso regolare del CBD può aiutarli a uscire da questi loro pensieri, facendoli sentire più rilassati.

Quando si tratta di uomini, se l’olio di CBD viene assunto regolarmente, si è riscontrata una migliore funzione erettile e prestazioni più lunghe e piacevoli. Questo perché, essere rilassati aiuta gli uomini a prevenire le eiaculazioni precoci spesso causate dall’agitazione.

Inoltre, utilizzando l’olio di CBD individualmente, aiuta i partner a sentirsi più vicini l’uno all’altro, traducendo il tutto in meno ansia da prestazione. Essere rilassati quindi, presenti e più connessi, porta naturalmente a un rapporto più soddisfacente per entrambi i sessi.

L’olio di CBD può essere un ottimo lubrificante naturale

Una donna che utilizza olio di CBD su base regolare, potrà sicuramente sperimentare le sue proprietà rilassanti, evitando che lo stress si intrometta nella sua vita sessuale. Quando una femmina è più rilassata, si eccita più facilmente, producendo fluidi più abbondanti nella parte intima. Questo rende il rapporto più dolce e piacevole per tutti, poiché diminuisce l’attrito associato a sensazioni dolorose e scomode.

Inoltre, alcune gocce di CBD di alta qualità possono essere utilizzate come lubrificante, invece di utilizzare le classiche sostanze chimiche che si acquistano abitualmente nelle farmacie. È una soluzione molto più sicura e naturale per un rapporto piacevole. Questo metodo è particolarmente consigliato per le donne che sono in menopausa e talvolta faticano a produrre abbastanza lubrificante naturale. Inoltre, meno attrito significa sesso più sicuro, poiché anche i migliori preservativi potrebbero rompersi quando non avviene una corretta lubrificazione.

In conclusione, non esiste una cura miracolosa per un’ottima vita sessuale, perchè può essere condizionata da molti fattori. Tuttavia, integratori naturali come il CBD, potrebbero sicuramente aiutarti a migliorare la tua vita sessuale, rendendola più soddisfacente, calma e rilassata.

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Curare la fibromialgia con il CBD

CBD cannabis: il Cannabidiolo e il THC sono le due sostanze medicinali più studiate di questa pianta

Il THC (tetraidrocannabinolo) è famoso soprattutto per la suo effetto psicoattivo, sensazione che gli utenti ricreativi della cannabis spesso ricercano. Il THC è anche un forte analgesico e antidolorifico. Tuttavia, gli effetti di questo cannabinoide possono limitare l’utilità medicinale come antidolorifico, poiché la maggior parte dei pazienti cerca sollievo dal dolore e no lo “sballo”. È qui che il CBD detiene un gran potenziale contro il dolore, inclusa la fibromialgia, il tutto senza nessun effetto psicoattivo.

La ricerca sul CBD

In questo articolo esamineremo il CBD e la ricerche che vengono svolte su questo componente, quali effetti può donare al corpo umano e animale. Malgrado non esistano studi specifici sul rapporto che può avere il CBD sulla fibromalgia, molti pazienti dopo l’assunzione hanno riscontrato benefici per i sintomi quali la tensione muscolare, dolore, ansia e insonnia.

Vuoi conoscere i benefici del CBD sull’insonnia?

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Il CBD è stato studiato per condizioni e sintomi che spesso si verificano nella fibromialgia, quindi non andrà ad agire direttamente sulla malattia, ma più che altro alle conseguenze della stessa, tra cui dolore ai nervi, dolori articolari, ansia, depressione, insonnia e disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

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Ricerche sugli effetti del CBD

  • Il CBD riduce l’infiammazione cerebrale, fattore che contribuisce al dolore della fibromialgia.
  • Il CBD rimette in letargo le cellule gliali. L’attivazione di queste cellule è fondamentale nello sviluppo del dolore cronico, sono responsabili dell’entità di dolore causato dalla fibromialgia.
  • Il CBD ha dimostrato alcune caratteristiche “neuro-protettive”, ad esempio, può ridurre il danno cerebrale dopo un trauma, stimolando la riparazione cellulare. Questo potrebbe migliorare la funzione cerebrale e ridurre il disturbo neurocognitivo della fibromialgia.
  • Il CBD assunto per via orale nei ratti ha ridotto il comportamento causato dal dolore delle articolazioni infiammate e dolorose, nervi danneggiati (“dolore neuropatico”). Tutti sintomi che giocano un ruolo importante sul paziente affetto da fibromialgia.

I ricercatori tuttavia, non possono spiegare in modo esplicito perché il cannabidiolo sembra ridurre alcuni sintomi della fibromialgia, ma ci sono buoni motivi per continuare nella sperimentazione.

Gli effetti antidolorifici del CBD possono essere spiegati in base a come questa sostanza agisca con il cervello. Ad esempio, interrompere i flussi nervosi che inviano i segnali del dolore dal cervello al corpo.
Esiste anche un’azione anti-infiammatoria del CBD che ridurrebbe il calore e il gonfiore intorno a lesioni o malattie, riducendo a sua volta il dolore.

Il CBD è la strada giusta

Uno studio del 2016 ha dimostrato che, la carenza di endocannabinoidi – neurotrasmettitori (sistema che si lega ai recettori dei cannabinoidi), potrebbe essere alla base delle sindromi dolorose croniche, tra cui emicrania e fibromialgia. L’assunzione di cannabidiolo può correggere questa carenza, ecco come si spiega il grande successo del CBD nell’alleviare il dolore cronico.

Curare l’asma con il CBD

La marijuana può aiutare le persone affette da asma?

Come molti già sanno, la marijuana e suoi effetti benefici possono essere utilizzati come terapia di supporto per molte malattie. Negli ultimi anni la ricerca sulla cannabis ha fatto passi da gigante, tuttavia vi è ancora molta incomprensione causata dalla disinformazione e dall’ignoranza generale.

Cos’è l’asma

Prima di esaminare una potenziale relazione positiva o negativa tra il collegamento marijuana e asma, cerchiamo di capire in cosa consiste questa malattia.
L’asma è una malattia cronica polmonare caratterizzata da vie aeree infiammate e strette. Alcuni dei sintomi dell’asma possono includere dispnea, pressione al petto, tosse e mancanza di respiro. La maggior parte delle persone scopre di avere l’asma durante l’infanzia e in Italia si ritiene che circa 2,6 milioni di persone ne siano affette.

Poiché le persone con asma sono soggette ad infiammazioni alle vie respiratorie, tendono ad essere più sensibili a certe sostanze che inalano, inoltre possono produrre più muco. Per alcuni, i sintomi dell’asma sono lievi e possono scomparire con il trattamento a base di farmaci, ma per altri soggetti, i sintomi peggiorano nel tempo. Non esiste una cura vera e propria per l’asma, quindi, si tratta di gestire i sintomi della malattia e tenerla sotto controllo.

Mentre la causa dell’asma non è nota, ci sono alcuni fattori che possono avere un ruolo nel suo sviluppo, inclusa la genetica, oppure può essere causata da alcune infezioni respiratorie o virali prese da bambino.
Ci sono migliaia di persone nel mondo che muoiono ogni anno a causa di complicazioni legate all’asma.

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Marijuana e asma

La maggior parte delle persone crede che l’inalazione o il fumo possa potenzialmente peggiorare l’asma, opinione non falsa. Sappiamo per certo che fumare sigarette sia dannoso per i polmoni e molte altre parti del corpo, ma lo stesso vale per la marijuana?
Fumare marijuana legale ha il potenziale per causare un grave attacco d’asma, e non è raccomandata per chi ha questa malattia. Il fumo della combustione può aumentare la tosse, che spesso è già problematica nelle persone con asma, e può anche far sì che la gola si gonfi causando la mancanza di respiro. C’è qualche ricerca che mostra che la marijuana può anche aumentare il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni.

Detto questo, fumare marijuana non è l’unico modo per consumarla. Ad esempio, le persone potrebbero utilizzare i vaporizzatori, decotti o addirittura in forme alimentari.

La marijuana legale ad alto contenuto di CBD Cannabidiolo quindi, può giovare al trattamento per l’asma, in quanto è considerata antinfiammatoria e anti-spasmodica.

Scopri di più sul CBD Cannabidiolo e i suoi utilizzi

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I cannabinoidi della marijuana legale, in particolare il CBD, possono essere molto utili per il nostro sistema. Essendo un potente antifiammatorio naturale, potrebbe essere utile per le persone affette da asma perchè andrebbe ad alleviare l’infiammazione ai polmoni, alleviando così una delle cause principali.

C’è ancora una ricerca molto limitata sul rapporto marijuana e asma, non vi sono prove a lungo termine che mostrino un legame positivo, ma potrebbe diventare un’alternativa alla classica terapia a base di farmaci.

La combustione della marijuana è il vero problema

Se soffri di asma, indipendentemente dal fatto che tu creda o meno che la marijuana sia utile a questa causa, non dovresti fumarla. Vi è un accordo quasi completo da parte di ricercatori e professionisti del settore medico sulla combustione, il fumo può causare un’ulteriore infiammazione dei polmoni e della gola, inoltre potrebbe compromettere la funzionalità polmonare.

Riassumendo: la marijuana può curare l’asma?


Non ci sono prove che dimostrino definitivamente che la marijuana possa aiutare a guarire, anche se ci sono alcune teorie sulle sue proprietà anti-infiammatorie che potrebbero aiutare ad alleviare l’infiammazione. Detto questo, mentre i ricercatori continuano a studiare i legami tra marijuana e asma, sarebbe meglio consumarla attraverso la vaporizzazione o assunta in forma alimentare (ad esempio olio al cannabidiolo).
Può essere pericoloso consumare marijuana legale attraverso la combustione per aiutare l’asma, perché può ulteriormente irritare i polmoni, creare infezioni e il rischio di cancro ai polmoni.

Non dovresti nemmeno tentare di auto medicarti l’asma con la marijuana. Se hai l’asma, devi sempre seguire il trattamento delineato dal medico per evitare complicazioni gravi, ospedalizzazione o peggio.

La cannabis contro i sintomi di inappetenza

Cannabis: la cura per la carenza di appetito

Avere un buon appetito è essenziale per il mantenimento del nostro corpo. Ci sono molte ragioni per cui l’appetito può aumentare o diminuire in una persona, tuttavia il cannabidiolo CBD ha una funzione limitata in questo disturbo, scopriamo perché:

Comunemente viene chiamata “fame chimica”, l’aumento dell’appetito causato dal consumo di cannabis è generalmente attribuito al THC, che si trova in grandi quantità nella marijuana illegale. Comparativamente, il CBD (più abbondante nella marijuana legale) non causa direttamente l’aumento della fame. Tutto questo ha a che fare con l’ipotalamo.

Lo stimolatore dell’appetito

L’ipotalamo è la parte del cervello che comanda la sensazione dell’appetito.
In questa zona del cervello, ci sono dei neuroni che ci segnalano quando abbiamo bisogno di cibo, facendoti sentire sazio o affamato in base alle situazioni in cui ci troviamo.
Il tetraidrocannabinolo THC si lega direttamente ai recettori CB1 nel cervello, avendo quindi il comando diretto sulla stimolazione del nostro appetito.
A differenza del THC, il CBD cannabidiolo non si lega direttamente al recettore CB1, di conseguenza non avrà nessun potere stimolante e non ti farà girare per casa alla ricerca di cibo.

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Il CBD in soccorso

Per molte persone che hanno perso l’appetito o hanno perso peso a causa di un problema di salute o di alcuni farmaci, il cannabidiolo potrebbe supportarci indirettamente. Ad esempio, la mancanza di un equilibrio fisico e psichico nella nostra vita quotidiana, potrebbe influenzare il nostro sistema digestivo e spesso impedire alle persone di gustare il proprio cibo in tranquillità. Il CBD in questo caso, potrebbe allentare queste tensioni ed avere un impatto positivo sull’aumento dell’appetito.

Lo sai che il cannabidiolo è un rilassante naturale?

Se vuoi scoprire di più sui benefici clicca su questo link dopo aver letto questo articolo

Il CBD quindi, assunto tramite la cannabis legale o in olio ha la capacità di ravvivare il nostro sistema digestivo, riequilibrare il nostro corpo ricreando lo stimolo e il desiderio di cibo.
D’altra parte però, se sei una persona che sta cercando un modo rapido per aumentare il tuo peso corporeo e il tuo indice di massa, il THC con tutti i suoi “difetti” potrebbe essere più utile. Non solo si dice che stimoli l’appetito, ma il tetraidrocannabinolo aiuta anche a depositare e immagazzinare il grasso nei tessuti del corpo.

In conclusione

Indipendentemente dal fatto che tu stia cercando di aumentare la stimolazione dell’appetito, l’assunzione di CBD non aumenterà direttamente la tua fame, né porterà l’aumento del peso. Quindi, se stai assumendo il CBD, non dovrai preoccuparti della fame improvvisa, il cannabidiolo non ti porterà a fare razzia di cibo come potrebbe fare il THC, ma può migliorare l’appetito una volta che il tuo corpo sarà riportato in equilibrio.

CBD e la regolazione sanguigna

Differenze principali sul CBD e THC

Il cannabidiolo e il tetraidrocannabinolo sono entrambi composti della pianta di cannabis, il THC è illegale mentre il CBD è legale in molti paesi. Il CBD cannabidiolo sta riscontrando molto successo in medicina grazie ai suoi effetti positivi, non crea paranoia e non ha nessun effetto psicotropo. Inoltre, il THC causa perdita di memoria a breve termine, psicosi, allucinazioni, pensieri alterati.

Vuoi saperne di più sul cannabidiolo CBD?

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Benefici dell’olio di CBD per l’alta pressione sanguigna

La ricerca scientifica ha evidenziato in modo conclusivo che, una dose di olio di CBD cannabidiolo, ha il potenziale per abbassare significativamente l’ipertensione. Riduce la pressione sistolica, cioè la pressione nelle arterie quando il cuore pompa il sangue. Il composto si integra nel sistema endocannabinoide del corpo che comprende i recettori, ad esempio come i recettori della pelle, il sistema nervoso centrale e le ossa. Il flusso sanguigno della pelle, la frequenza cardiaca dell’individuo si riducono quando si assume cannabidiolo, riducendo così la pressione sanguigna. Inoltre, la capacità dell’olio CBD di abbassare la pressione sanguigna è direttamente collegata alla capacità di ridurre lo stress e l’ansia.

Dosaggio dell’olio CBD

L’olio CBD è disponibile in varie forme come capsule, tinture, gocce, caramelle, oppure spray per via orale. Per aumentare l’assorbimento, il cannabidiolo viene miscelato di solito con olio di semi di canapa, olio d’oliva o olio di cocco. I ricercatori hanno dimostrato che la pressione arteriosa si riduce in media di 6 mmHg quando si assumono questi integratori. Gli esperti raccomandano che le persone che soffrono di pressione alta dovrebbero assumere fino a 600 mg di CBD. Per ottenere il miglior risultato, un individuo deve attenersi rigorosamente alla dose garantendo l’interazione del farmaco con il proprio sistema tutto il giorno. Tuttavia, non è consigliabile assumere alte dosi per abbassare la pressione sanguigna.

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Effetti collaterali dell’olio CBD

L’olio CBD può donare effetti positivi sulla nostra vita quotidiana, ma non è esente da effetti collaterali, sopratutto se in esso vi sono tracce di THC. Le concentrazioni di tetraidrocannabinolo sono più elevate in olio a spettro completo (circa 0,2%), questa dose anche se insignificante, a persone soggette potrebbe provocare ansia, vertigini, attacchi di panico, sbalzi d’umore e vertigini. Le donne incinte e le madri che allattano dovrebbero evitare il trattamento con CBD poiché possono influenzare la barriera placentare aumentando la permeabilità, rendendo il feto vulnerabile a specifiche sostanze pericolose e altri effetti dannosi sullo sviluppo.

In conclusione

Il tasso di successo del trattamento dell’ipertensione con olio CBD è significativo, il mercato del cannabidiolo è in enorme crescita, il mercato legale della cannabis dovrebbe crescere del 40% fino a 18 miliardi di Euro entro il 2020. L’uso del CBD è una decisione personale e le persone dovrebbero essere consapevoli dei benefici e degli effetti collaterali prima di usarlo.

Marijuana e gli effetti negativi sulla memoria

Meglio una marijuana con meno THC e con più cannabidiolo CBD

La pianta della Cannabis sativa è fonte di un gran numero di principi attivi; essa produce una complessa miscela di sostanze chimiche, più di 400, una sessantina (66) delle quali formano il gruppo dei cannabinoidi (in questo caso, i fitocannabinoidi), termine che li distingue dagli endocannabinoidi che sono invece molecole della stessa natura, ritrovate in molte specie animali e soprattutto nell’uomo.

Se non conosci il sistema endocannabinoide ti consiglio di leggere questo articolo

Le due principali proprietà della Marijuana

Tra i fitocannabinoidi più famosi troviamo il tetraidrocannabinolo (THC), il più conosciuto grazie anche all’effetto psicoattivo che dona, tanto è vero che di solito la potenza della marijuana è definita in termini di concentrazione (%) di questo componente.

Un altro importante principio attivo è rappresentato dal cannabidiolo (CBD), un composto con un effetto antagonista nei confronti delTHC (debole antagonista non specifico dei recettori CB1 e CB2 mentre agisce come agonista nei confronti dei recettori dei vanilloidi TRPV1 e TRPV2).

Se vuoi sapere di più sul cannabidiolo clicca su questo link dopo aver letto questo articolo

Questo cannabinoide non è psicotropo, ma contribuisce a migliorare l’azione del THC perché ne influenza positivamente la farmacocinetica, riducendo gli effetti collaterali sul respiro, frequenza cardiaca e la memoria.

Il rapporto THC/CBD è molto importante perché è questo che determina l’azione psicoattiva della Cannabis e in generale può alterare notevolmente I suoi effetti.

Per esempio, le piante coltivate per l’ottenimento di fibre tessili hanno un contenuto predominante di CBD e solo tracce di Δ 9-tetraidrocannabinolo (meno del 0.2%), al contrario quelle coltivate a scopo farmaceutico o per l’utilizzo illegale contengono principalmente THC, e CBD solo in tracce.

Tradizionalmente il contenuto di THC è compreso:

  •  nella Marijuana tra l’1 e il 5 %;
  •  nell’hashish è attorno al 10-15%;
  •  nell’olio raggiunge una concentrazione del 30% ed anche più.

La Cannabis sulla mente

Non molto tempo fa, sono stati fatti studi su 134 volontari utilizzatori regolari di Cannabis, tra i 16 ei 23 anni, è stato condotto uno studio per osservare l’incidenza sulla memoria dei costituenti la marijuana fumata, in particolare il THC e il cannabidiolo.

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Attualmente, grazie alle innovative tecniche di coltivazione, la pianta viene coltivata in massima parte in ambienti chiusi (indoor)
per evitarne l’ossidazione e l’inattivazione dovuta all’ossigeno, alla luce, umidità, elevate temperature. L’utilizzo di genetiche modificate e la manipolazioni dopo la raccolta, consentono di ottenere marijuana il cui contenuto in THC può essere pari o superare quello dell’hashish ed in ogni caso avere derivati della cannabis di particolare potenza e pericolosità. I volontari, divisi in 2 gruppi, hanno quindi fumato Marijuana con differente contenuto di cannabidiolo; in quello con “alto-cannabidiolo” la sostanza era presente per
concentrazioni superiori allo 0,75%, in quello con “basso-cannabidiolo” non superava lo 0,14 %.

Complessivamente vi era comunque una quantità relativamente scarsa di cannabidiolo mentre il contenuto di tetraidrocannabinolo della Cannabis non differiva significativamente tra la Cannabis utilizzata. I soggetti sono stati sottoposti a test valutativi, sia quando fumavano sia quando non erano più sotto l’effetto dalla Marijuana da loro scelta.

Secondo i risultati di questo studio, solo coloro i quali avevano fumato Cannabis a basso contenuto di cannabidiolo mostravano una riduzione nella prova di memoria sia immediatamente ( P = .002)
sia quando veniva proposta con un po’ di ritardo ( P <.001). Al contrario i volontari che fumavano ceppi di Cannabis
con maggiore percentuale di cannabidiolo non mostravano alcun deficit acuto nel “ ripetere una poesia o un testo”.
Questa fu una prova semplice ma considerata sufficientemente buona per rilevare le prestazioni mnemoniche quotidiane. Le prestazioni di entrambi i gruppi non differivano quando non fumavano perché, di fatto, non vi erano differenze preesistenti tra i gruppi ma relative alla qualità della Cannabis fumata.

Cos'è il cannabidiolo

Cannabidiolo: storia del CBD

Cannabidiolo CBD: la storia della Cannabis.

Che cos’è la Canapa, ti starai chiedendo. Bene, la Canapa è un membro della famiglia della pianta più comunemente chiamata Cannabis Sativa. In passato fu utilizzata principalmente per scopi industriali a causa della sua rapida crescita. Anche se legati alla Cannabis Sativa, la canapa ha concentrazioni più basse di THC e concentrazioni più elevate di cannabidiolo (CBD). Grazie a queste caratteristiche, la canapa fornisce infiorescenze ad oggi conosciute come Marijuana legale o Cannabis legale.

Se non hai ancora letto quali sono le proprietà del cannabidiolo leggi questo articolo dopo avere letto questa pagina.

Quali benefici portò la Canapa nell’economia mondiale?

Questa pianta fu molto utile a fondare l’America e l’Europa. La canapa era usata per costruire vele navali, corde, tela e persino usata come carta per la prima bozza della Costituzione degli Stati Uniti. Quando le colonie americane furono fondate per la prima volta, era illegale non coltivare la canapa in alcuni stati a causa della sua estrema utilità nell’aiutare il paese a crescere. La Canapa è stata coltivata in tutti gli Stati Uniti e ha avuto una richiesta estremamente elevata per i suoi usi. Ogni guerra in cui si trovava l’America (prima della seconda guerra mondiale), veniva usata per creare materiale resistente alle muffe che potesse durare per tutta la guerra.

La canapa fu persino utilizzata per ricavare carburante e anche per costruire carrozzerie molto resistenti nelle prime automobili. Vi sono parecchi video nel web che testimoniano la resistenza di questo materiale, ad esempio in una testimonianza veniva dato un colpo d’ascia sulla carrozzeria, e si vedeva quest’ultima rimbalzare all’indietro senza aver lasciato nessuna ammaccatura.

L’antica storia della Cannabis

Le piante di cannabis e di canapa hanno almeno 10.000 anni di storia. I primi a utilizzarla furono il popolo dell’antica Cina. In alcuni reperti furono trovate tracce di olio di canapa, estremamente utile come fonte di cibo, grazie alla vasta gamma di aminoacidi, molto utili per superare i duri giorni dell’antica civiltà. Poi fu anche utilizzata per cucire abbigliamento da guerra, anche gli archi erano originariamente fatti con fibre di bambù, ma poi i cinesi scoprirono che la canapa era molto più resistente e poteva durare molto più a lungo di qualsiasi altra fibra usata.

La Cannabis fino a circa 5.000 anni fa, fu anche utilizzata per scopi medicinali, e non per come la conosciamo oggi. Veniva usata per aiutare coloro che furono feriti nelle molteplici guerre, le foglie di cannabis venivano collocate sulle ferite per prevenire infezioni e garantire un recupero più veloce.

Canapa negli Stati Uniti

Al contrario di come c’è l’anno descritta negli ultimi anni, la canapa non non era vista come questa terribile pianta inviata dal “diavolo” stesso, ma era in realtà una delle piante più versatili del paese.

L’utilizzo della Canapa oggi

Dopo un lungo proibizionismo su tutte le piante di cannabis, la canapa è stata recentemente resa legale. La canapa industriale non ha praticamente effetti psicoattivi, se anche tu provassi a consumare infiorescenze di marijuana legale, non proveresti nessun tipo di effetto psicoattivo, in quanto è quasi priva di THC.

Cosa si può fare con la canapa?

La canapa sta guadagnando popolarità per tutto ciò che possiamo estrarre da essa, ad esempio l’olio al CBD. L’olio al CBD (cannabidiolo) sta aiutando molte persone che necessitano di assistenza medica dalla marijuana, ma che allo stesso tempo non possono riceverla a causa della legge di stato in cui vivono. Il CBD può anche essere estratto dalla maggior parte dei ceppi di marijuana medica, ma l’estratto di olio potrebbe contenere THC che è ancora illegale da ingerire nella maggior parte degli stati.

Poiché la canapa industriale contiene principalmente CBD e praticamente nulla di THC, il governo degli Stati Uniti e parecchi stati Europei ha autorizzato l’estrazione del CBD e la vendita in quasi tutto il territorio, purché provenga da cannabis certificata. In questo modo le persone possono godere di tutti i benefici della marijuana medica senza alcuna privazione.

Cannabis e il sistema Endocannabinoide

Il sistema Endocannabinoide ECS.

A scuola ci viene spiegato che, esistono solamente 11 apparati messi in funzione dagli organici nel corpo umano. Comprendono il sistema circolatorio, respiratorio, urinario, riproduttivo, tegumentario, scheletrico, muscolare, nervoso, endocrino, linfatico e digestivo. Tutti questi sistemi costituiscono il corpo umano.

Sapevi che hai anche un sistema endocannabinoide (ECS)? Probabilmente no, a meno che tu non sia uno scienziato ricercatore oppure non ti occupi cannabis medica. Il sistema endocannabinoide è stato definito “il più importante sistema fisiologico che ha la funzione di stabilizzare e mantenere la salute umana”.

Perché le persone non conoscono il sistema endocannabinoide (ECS)?

L’ECS fu scoperto per la prima volta negli anni ’90 dal Dr. Matsuda, lui è stato il primo a descrivere la struttura e l’espressione funzionale del recettore dei cannabinoidi CB-1. Gli scienziati stavano cercando di capire come il THC, la principale sostanza inebriante della marijuana, colpisse il corpo. Ciò che scoprirono fu una rete notevolmente complessa di recettori cannabinoidi (CBr) espressi nelle cellule del sistema nervoso centrale e periferico.

Da allora, sono stati identificati altri recettori cannabinoidi, tra cui il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB-2), che si trova principalmente nel sistema immunitario, nell’apparato digerente (tratto gastrointestinale) e in molti degli organi principali del corpo.

I primi prodotti chimici simili ai cannabinoidi che furono scoperti furono la Anandamide. L’anandamide agisce su entrambi i recettori CB-1 e CB-2, modulando rispettivamente il sistema nervoso centrale e periferico. L’attività nel sistema nervoso periferico ha la funzione di regolare le funzioni del sistema immunitario.

Che cosa fa esattamente il sistema endocannabinoide (ECS)?

Non abbiamo un quadro completo sulle funzioni  dell’ECS, ma sappiamo che gli endocannabinoidi aiutano a mettere a punto la maggior parte delle nostre funzioni fisiologiche vitali. Promuove la stabilità del corpo come: l’appetito, il dolore, le infiammazioni, la memoria, l’umore e persino la riproduzione. Quindi, in termini di base, l’ECS aiuta a modulare la regolazione dell’omeostasi su tutti i principali sistemi del corpo, assicurando che tutti i sistemi funzionino in sincronia l’uno con l’altro.

7 cose che non sai sugli Endocannabinoidi

1. Tutti gli animali hanno un sistema endocannabinoide (ECS).

Come gli esseri umani, tutti i vertebrati e gli invertebrati sono noti per avere un sistema endocannabinoide.

2. I recettori endocannabinoidi sono i recettori neuromodulatori più abbondanti nel corpo.

Si ritiene che il numero totale di recettori endocannabinoidi nell’organismo sia maggiore di tutti gli altri recettori neuromodulatori presenti nel corpo, compresi i recettori per i neurotrasmettitori (serotonina e dopamina). L’anandamide da solo ha il maggior numero di recettori nel cervello ed è fondamentale per il mantenimento di un sistema nervoso centrale sano.

3. Il sistema endocannabinoide ha avuto un ruolo in molte malattie.

L’ECS aiuta a portare l’equilibrio nel corpo. Di conseguenza, non sorprende che gli scienziati abbiano osservato cambiamenti nell’attività ECS in un certo numero di malattie, dai disturbi neurodegenerativi all’artrite reumatoide per arrivare al cancro. Questo ci fa capire che, l’ECS può essere un metodo efficace per ripristinare l’equilibrio (anche su persone sane).

4. Un deficit clinico del sistema endocannabinoide (ECS) può essere causa di alcune malattie.

Quando l’ECS funziona correttamente, tutti i nostri vari sistemi corporei sono mantenuti in uno stato di equilibrio dinamico. Ma cosa succede quando l’ECS è disfunzionale o danneggiato? Gli scienziati hanno scoperto che alcune condizioni associate all’ipersensibilità al dolore, come l’emicrania, la fibromalgia, sono causate in parte dal mal funzionamento del sistema endocannabiboide. Questa ipotesi, secondo cui l’ECS può trovarsi alla radice di alcuni disturbi, è nota come ipotesi di carenza di endocannabinoidi clinici. Si ritiene che integrando nel corpo i cannabinoidi presenti nelle piante, ad esempio nella Marijuana legale e nell’olio di Canapa, possiamo correggere questa carenza, alleviare i sintomi e ripristinare la salute.

5. Il sistema endocannabinoide (ECS) spiega perché i cannabinoidi naturali nella canapa hanno effetti terapeutici.

Prima della proibizione della cannabis, la canapa e la marijuana erano state usate per migliaia di anni per curare una serie di disturbi, tra cui l’epilessia, il mal di testa, l’artrite, il dolore, la depressione e la nausea. La scoperta dell’ECS nei giorni nostri, ha rivelato effetti terapeutici dei cannabinoidi vegetali ed ha suscitato un rinnovato interesse nella cannabis in medicina.

La ricerca ha dimostrato che piccole dosi di cannabinoidi naturali, estratti dalla canapa legale, aiutano a sostenere l’ECS e ne migliorano la funzione.

6. L’esercizio fisico e la dieta possono anche potenziare il sistema endocannabinoide (ECS).

Gli scienziati hanno scoperto che l’esercizio aerobico prolungato aumenta i livelli di anandamide, l’endocannabinoide del buon umore. Anche la dieta può essere un obiettivo utile, aumentare l’assunzione di acido grasso essenziale, l’omega 3, che si trova nei pesci grassi o in semi sani come nel lino e nella canapa, può aiutare a supportare i segnalazione endocannabinboide al cervello.

7. I medici sanno molto poco sul sistema endocannabinoide (ECS).

Parlare con il medico del sistema endocannabinoide può essere frustrante, dal momento che la maggior parte di essi non è afferrata sull’argomento. Tuttavia, per ora sarebbe utile venire a conoscenza di informazioni utili sull’ECS, e imbastire un discorso con il proprio medico di fiducia.

 

Come viene estratto il CBD dalla Canapa

Estrazione del Cannabidiolo (CBD)

Il CBD è un fitochimico – un composto prodotto dalle piante che, nell’ultimo decennio ha preso d’assalto il mondo della medicina e del benessere. Il CBD proviene dalla pianta di cannabis, più comunemente chiamata Canapa nel territorio italiano.

Cosa serve il CBD?

Il CBD fa parte dei cannabinoidi ed interagisce con il sistema endocannabinoide del corpo, una rete di nervi recettori condivisa dalla maggioranza degli esseri viventi.

Il CBD è un potente antinfiammatorio ed aiuta ad alleviare il dolore. È stato anche applicato per combattere l’ansia, la depressione, l’artrite reumatoide, lo stress e dozzine di altri problemi che le persone affrontano quotidianamente.

In quale parte della Canapa viene estratto il CBD

La canapa è stata usata per i suoi semi, fibre e sostanze medicinali per millenni. Il CBD si presenta in quantità relativamente elevate negli steli, nei semi e nei fiori della pianta di canapa.

Il CBD appartiene alla famiglia dei cannabinoidi, sostanze chimiche che interagiscono con il sistema endocannabinoide. Sono prodotti in piccole quantità da alcune specie di tartufo nero ed echinacea, ma principalmente dalla cannabis.

Si pensa che i cannabinoidi siano responsabili della protezione delle piante di canapa dai dannosi raggi UV. La resina presente nei cannabinoidi, i terpeni e i flavonoidi hanno un forte sapore e questo contribuisce anche ad allontanare gli insetti.

Metodi di estrazione del CBD

Ci sono innumerevoli prodotti realizzati con all’interno il CBD: orsetti gommosi, acqua infusa, pillole, olio da svapare, tinture e altro. Nonostante questo, ci sono ancora solo tre modi principali per estrarre il CBD dalla pianta di canapa: estrazione con alcool, olio e supercritica di CO2.

Alcool
Questo tipo di estrazione comporta la macerazione delle infiorescenze della canapa in una soluzione ad alto contenuto alcolico o di alcool puro. La miscela viene riscaldata e l’intero spettro di cannabinoidi viene rilasciata nel liquido. Questo metodo è economico e relativamente semplice.

Olio
L’estrazione dell’olio funziona in modo simile all’estrazione con alcool. Parti arti della canapa ricche di CBD sono completamente immerse nel liquido, questa volta un olio commestibile. L’olio può essere di oliva, cocco, o altri tipi. Ancora una volta, come l’estrazione con alcool, l’olio estrae uno spettro completo di composti compresi i cannabinoidi, è facile da fare e poco costoso.

CO2 supercritica
In anni più recenti, un piccolo numero di aziende ha perfezionato l’arte dell’estrazione supercritica di CO2 del CBD. Il CO2 sta per anidride carbonica, un gas comune nell’atmosfera. La CO2 è molto fredda e quindi utilizzata per dissolvere le particelle del CBD dal materiale vegetale. Questo metodo è costoso e complicato, ma consente a questi produttori di estrarre CBD puro al 99%.

Alleviare gli attacchi di panico con la Cannabis legale

Curare gli attacchi di panico con la Cannabis legale e l’olio CBD.

Gli attacchi di panico sono più comuni di quanto si possa pensare. In realtà sono così comuni che circa l’1,5% della popolazione degli Stati Uniti oltre i 18 anni può sperimentare un attacco di panico. Inoltre, coloro che soffrono di attacchi di panico spesso soffrono di disturbi concomitanti o di malattie fisiche, che intensificano il loro attacco.

Se gli attacchi di panico sono legati all’ansia, o sono causati da qualche altro fattore di stress, gli attacchi di panico sono reali, spaventosi e emotivamente debilitanti. In generale, i medici tenderanno a trattare gli attacchi di panico con terapie di psicologia, farmaci, o con entrambi, ma grazie alla recente ricerca è emersa una terza opzione. Gli scienziati stanno ora concordando sul fatto che il l’olio di canapa con alta percentuale di cannabidiolo CBD sta dimostrando di essere un trattamento efficace per gli attacchi di panico.

Quali sono gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico e attacchi di ansia sono molto diversi. Gli attacchi di ansia sono per lo più causati in reazione a un fattore di stress, ad esempio, una persona può sentirsi apprensiva o timorosa di una determinata situazione. Gli attacchi di ansia sono di breve durata, quando il fattore stressante si allontana, diminuisce.

Gli attacchi di panico, d’altra parte, non sono collegati a un fattore di stress. Un attacco di panico è imprevedibile e può colpire all’improvviso. Durante un attacco di panico, una persona può sentirsi come se stesse per morire o perdere il controllo completo su una situazione. Ciò porterà ad una varietà di sintomi fisici, tra cui dolori al petto, vertigini e nausea.

I sintomi comuni del panico includono:

Battito cardiaco accelerato

Vertigini

Dolore al petto

Brividi

Formicolio in diverse parti del corpo

Terrore

Paura di perdere il controllo

Paura di morire

Nausea o mal di stomaco

Mentre gli attacchi di panico tendono a durare solo per un paio di minuti, le conseguenze possono portare a depressione e impotenza. Attacchi di panico ricorrenti possono portare a cambiamenti comportamentali significativi che possono durare per alcuni mesi. Chi soffre spesso di attacchi di panico, sarà spinto a recarsi al pronto soccorso più vicino, poiché questa malessere, spesso viene percepito come un attacco di cuore.

Medicina tradizionale per trattare gli attacchi di panico (non correlati all’olio di canapa CBD)

Se decidi di seguire la via tradizionale per curare un attacco di panico, è importante capire che i medici tenderanno a prescrivere due tipi di farmaci:

Antidepressivi – Questa è generalmente la prima scelta dei medici. Se assunti regolarmente, alterano le configurazioni dei neurotrasmettitori che a loro volta aiutano a bloccare i sintomi.

Farmaci anti-ansia (benzodiazepine) – L’uso di benzodiazepine per gli attacchi di panico è un argomento estremamente controverso tra i ricercatori. Ad esempio, mentre l’American Psychiatric Association ha trovato prove positive e afferma che le benzodiazepine possono essere utilizzate in base alla storia del singolo paziente, l’Istituto Nazionale di Eccellenza Clinica è giunto a una conclusione diversa, concludendo che le benzodiazepine non sono efficaci a lungo termine per il distrurbo del panico. Secondo l’Istituto nazionale di eccellenza clinica, la benzodiazepina non dovrebbero essere utilizzata per più di quattro settimane.

Sostanze da evitare quando si sperimenta un attacco di panico.

Caffeina – La caffeina è uno stimolante noto per innescare varie emozioni tra cui nervosismo, nausea e senso di leggerezza.

Zuccheri artificiali e raffinati – Anche se lo zucchero si trova praticamente in tutto ciò che mangiamo in questi giorni, è importante essere coscienziosi. Gli studi hanno dimostrato che lo zucchero crea cambiamenti nel corpo, che possono incrementare i sintomi d’ansia.

Alcool- sebbene sia considerato un antidolorifico da alcuni, l’alcol è una tossina che porta a un funzionamento fisico e mentale improprio, influenzando i livelli di serotonina nel cervello.

Inoltre, agisce sul sistema nervoso e può causare un aumento della frequenza cardiaca.

Grassi idrogenati- è uno degli alimenti peggiori per la tua salute. Purtroppo, è anche uno dei più gustosi. Gli studi hanno trovato che il grasso idrogenato, che si trova in alimenti come patatine fritte e caramelle può aumentare il rischio di depressione. Inoltre, può portare a sintomi più ansiosi.

Olio di canapa ricco di CBD

Olio di canapa e attacchi di panico.

A partire da ora, è noto che il THC può avere un effetto calmante e lenitivo sul corpo umano, dimostrando di fornire sollievo per chi soffre di attacchi di panico. Ciò si verifica quando l’anandamide nel nostro corpo reagisce con il THC della cannabis. Studi recenti, tuttavia, stanno dimostrando che un diverso cannabinoide, noto come CBD, sta avendo anche un effetto miracoloso sul panico.

Nel 2015, uno studio condotto da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, ​​Jorge Manzanares, Charles R. Marmar (Neurotherapeutics, 2015 Oct. 12 (4): 825-836) ha concluso che il l’olio di canapa cbd può essere usato come trattamento per il disturbo dell’ansia, attacchi di panico, disturbo d’ansia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post-traumatico, se somministrato in modo acuto.

Altri studi hanno trovato una connessione indiretta agli attacchi di panico attraverso la ricerca sull’ansia. In un piccolo studio di 40 persone, il CBD è stato provato per ridurre l’ansia nelle persone sottoposte a situazioni stressanti.

Nel 2011, è stato riscontrato che il trattamento con olio di CBD riduceva significativamente l’ansia, i disturbi cognitivi e il disagio nelle prestazioni linguistiche, e diminuiva significativamente l’allerta nel loro discorso anticipatorio, aiutandoli ad affrontare ansia e attacchi di panico.

In una pubblicazione di de Mello Schier et al. (2014), si è concluso che i recettori CB1 e CB2 sono rimasti inattivi dopo la somministrazione di CBD. Questo ha suggerito che i benefici ansiolitici erano molto probabilmente raggiunti attraverso il legame al recettore 5-HT1A. Ciò indica che il CBD appariva efficace come ansiolitico.

La tua esperienza con l’olio di Canapa per attacchi di panico.

Se ti è stato diagnosticato un disturbo da attacco di panico e hai testato l’olio CBD come forma di trattamento, condividi la tua esperienza nella sezione commenti qui sotto.

I benefici del CBD sul sesso

La Cannabis light può veramente avere effetto sulla nostra sensazione di libidine, ci sono state delle ricerche al riguardo!

Alle quattro e venti, comincia il ménage a uno. Non dire bugie!

E’ il momento di mettere in luce il CBD, esplorare la miriade di motivi del perchè la gente dovrebbe scegliere di integrarlo nelle loro vite sessuali (da soli o in coppia).

Vale anche la pena menzionare brevemente la differenza tra CBD estratto dalla pianta intera e CBD derivato dalla canapa. Molte persone, soprattutto negli stati di proibizione (Italia), scelgono di utilizzare i prodotti CBD derivati dalla canapa perché spesso è l’unico modo per accedere a questo medicinale.

CBD contro THC per il sesso: qual’è la differenza?

Perché usare CBD per il sesso?

Ci sono numerosi motivi per cui le persone scelgono di usare il CBD, piuttosto che il THC, per il sesso. Molti sono i soggetti che potrebbero beneficiare maggiormente di questo cannabinoide.

Le persone con ansia, uno dei problemi più comuni che le persone condividono, rimanere bloccati nella loro testa durante il sesso. Si sentono impacciati nei loro corpi, forma, odore, gusto, eccitazione, reattività … la lista continua. Fumare o vaporizzare CBD prima del rapporto sessuale può aiutare.

I migliori strains ad alto contenuto di CBD per il sesso.

Il CBD può aiutare ad affrontare i problemi sopra elencati, indipendentemente dal fatto che si scelga di fumare, svapare, tamponare, consumare cibi commestibili o tinture o utilizzare prodotti di attualità. Alcuni grandi ceppi ricchi di CBD da cercare nel tuo dispensario locale preferito sono ACDC, Ringo’s Gift, Harlequin e Charlotte’s Web.

Che siano derivati da piante di Cannabis (fito) o prodotti organicamente dal corpo (endo-), i cannabinoidi attivano i recettori CB1 e CB2 nel sistema endocannabinoide (ECS). Secondo un nuovo studio sul Journal of Sexual Medicine, la masturbazione e il fumo di cannabis aumentano entrambi i livelli di endocannabinoidi e attivano gli stessi recettori nell’ECS.

Un gruppo di ricercatori tedeschi arrivò a questa conclusione attraverso uno studi: si misuravano i livelli di endocannabinoidi e cortisolo prima e dopo la masturabazione . Lo studio ha rilevato che gli orgasmi masturbatori aumentavano i livelli di 2-Arachidonoylglycerol (2-AG), un endocannabinoide che si lega ai recettori CB1 e CB2, mentre altri livelli biochimici (anandamide, cortisolo, ecc.) rimanevano gli stessi.

2-AG è strettamente legata alla cannabis. Il cannabidiolo (CBD) in realtà non si lega ai recettori ECS ma piuttosto limita la rottura di 2-AG nel corpo. Questo aumenta i livelli di 2-AG e stimola i recettori.

“I dati indicano che l’endocannabinoide 2-AG è coinvolto nel ciclo di risposta sessuale umano e ipotizziamo che il rilascio di 2-AG giochi un ruolo nelle conseguenze gratificanti dell’eccitazione sessuale e dell’orgasmo”, hanno concluso i ricercatori. “Gli endocannabinoidi potrebbero svolgere un ruolo importante nel ciclo di risposta sessuale, portando a possibili implicazioni per la comprensione e il trattamento delle disfunzioni sessuali”

Lo studio ha concluso che “il ruolo esatto del rilascio di endocannabinoidi come parte del ciclo di risposta sessuale e il significato biologico del risultato dovrebbero essere ulteriormente studiati”.

 

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THC Tetraidrocannabinolo e CBD Cannabidiolo

Quali sono le differenze tra CBD e THC?

Nelle pubblicazioni precedenti abbiamo spiegato cos’è il cannabidiolo e quali differenze si riscontrano tra la canapa industriale e la marijuana. Nell’articolo di oggi approfondiremo alcune delle differenze più fondamentali e significative che si possono trovare tra CBD cannabidiolo e THC tetraidrocannabinolo.

Il cannabidiolo (CBD) e il tetraidrocannabinolo (THC) sono i due principali cannabinoidi presenti nella cannabis, le specie vegetali che includono sia la canapa che la marijuana (cannabis sativa L). Mentre ci sono oltre 100 diversi cannabinoidi finora identificati nella cannabis, questi due composti sono di gran lunga i più conosciuti e studiati..

CBD e THC interagiscono entrambi con il corpo umano attraverso il sistema endocannabinoide, ma lo fanno in modi diversi e suscitano diversi effetti naturali. Nello specifico, questo sistema è responsabile della regolazione di un’ampia gamma di funzioni; come dolore, appetito, umore, memoria, sonno, risposta immunitaria, ecc.

Nonostante le loro somiglianze, CBD e THC (tetraidrocannabinolo) hanno differenze distinte che influenzano il modo in cui interagiscono con questo sistema e successivamente gli effetti e i comportamenti che provocano.

Psicoattivo vs. Non psicoattivo

Il THC tetraidrocannabinolo

Il THC è il principale componente psicoattivo della marijuana. Si lega direttamente ai recettori CB1 e CB2 nel cervello umano, che si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale (che regola il rilascio dei neurotrasmettitori) e nel sistema immunitario (responsabile della regolazione delle funzioni corporee). In questo caso, il THC ha una maggiore affinità per i recettori CB1, i recettori responsabili della produzione degli effetti psicoattivi più associati all’uso di marijuana ricreativa o medica.

Il CBD Cannabidiolo

Il CBD, d’altra parte, ha poca affinità con i recettori CB1 e CB2 ed è in realtà considerato un antagonista del CB1. Ciò significa che il CBD non potrò causare effetti psicotropi, indipendentemente da quanto ne viene consumato, agirà per sopprimere o bloccare le qualità attivanti CB1 e CB2 di composti come il THC tetraidrocannabinolo. In questo caso, il CBD interagisce con altri recettori come la serotonina e l’adenosina, recettori che possono svolgere un ruolo importante nella regolazione della temperatura corporea, delle sensazioni del dolore e delle infiammazioni.

Il THC (tetraidrocannabinolo9 domina la marijuana mentre il CBD (cannabidiolo) domina la canapa

CBD e THC si trovano ciascuno nei semi, negli steli e nei fiori di entrambi i tipi di piante di cannabis. Tuttavia, mentre il THC è più abbondante nella marijuana, il CBD è presente in quantità maggiori nella canapa.

Nella marijuana, il contenuto di THC può arrivare in media al 3%, un lotto di marijuana può contenere circa il 12% di THC.

Nella Canapa, il contenuto di THC in genere non supera lo 0,3%, rendendo impossibile ottenere o percepire effetti psicoattivi durante il consumo.

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